200mila morti all'anno

India, nel Chennai non piove da 200 giorni: cittadini in rivolta

I poveri delle periferie, sono costretti a bere acqua inquinata e protestano: "L'acqua dei nostri terreni per i vostri lussi"

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Nel Chennai, regione del profondo sud dell'India, non piove da 200 giorni. Le riserve d'acqua si sono prosciugate e i poveri delle periferie, per non morire di sete, sono costretti a bere acqua inquinata mentre quella potabile è acquistabile solo dai ricchi. Così, è iniziata la rivolta per la siccità. I più disperati hanno assediato i camion dell'acqua e sono scesi in strada a gridare sotto i ricchi uffici degli uomini d'affari: "L'acqua dei nostri terreni per i vostri lussi" lo slogan usato dai cittadini.

I 9 milioni di abitanti del Chennai hanno visto tutti i loro pozzi, laghi e paludi prosciugarsi completamente. Normalmente la regione conta solo su 30 o 40 litri di acqua al giorno e questi 200 giorni di siccità non hanno che peggiorato le condizioni di vita degli abitanti. Scuole, ristoranti e negozi sono rimasti chiusi, mentre negli uffici è stato chiesto ai dipendenti di lavorare da casa. 

In India sono 200mila le persone che muoiono ogni anno per aver bevuto acqua sporca che nel Paese rappresenta il 70% della riserva totale. L'autocisterna per portare a casa l'acqua potabile costa troppo per i meno abbienti che muoiono spesso di stenti nelle calde periferie. Nell'estate 2019 sono decedute oltre 100 persone a causa del caldo soprattutto dopo le temperature record di 50°C raggiunte a Rajasthan a inizio estate. 

Secondo gli esperti, 21 sono le città indiane che finiranno l'acqua dei pozzi entro l'anno prossimo. Nel frattempo i cittadini del Chennai continuano a sperare nella pioggia.