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Il futuro dei videogiochi: far capire Stadia non è un compito facile per Google

Il nuovo progetto dell'azienda è atipico e, proprio per questo, difficile da raccontare ai suoi potenziali utenti. Riuscirà a farlo?

Ho come la sensazione che Google stia sottovalutando l’importanza della giusta comunicazione, per quanto riguarda la promozione di Stadia, il suo nuovo prodotto interamente dedicato al mondo dei videogiochi "tripla-A". Cos’è Stadia? È una nuova piattaforma su cui sarà possibile giocare, proprio come si fa su PC, PlayStation 4, Xbox One e Switch. Con una particolarità, però. Stadia non è una piattaforma fisica, come le altre.

La nuova proposta di Google, infatti, è interamente basata sul cloud e permetterà di giocare in streaming, grazie a una buona connessione a Internet. E fin qui, nessun problema: questa parte è abbastanza chiara, no? Su altri aspetti, però, probabilmente Google ha fatto fatica a fare luce nel modo giusto.

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Intendiamoci. Non credo che Google, nelle occasioni ufficiali in cui sono stati annunciati dettagli e specifiche del progetto Stadia, abbia detto qualcosa di ingannevole o impreciso. Ha detto, probabilmente, quello che le interessava dire, nei momenti in cui le interessava farlo. Eppure, qualcosa non ha funzionato, perché tra gli appassionati di videogiochi credo di percepire una certa delusione, affiancata da una discreta dose di scetticismo, sul progetto.

Faccio un esempio. Prima dello Stadia Connect trasmesso lo scorso 6 giugno, Google non aveva ancora specificato i termini del servizio. Eppure un po' tutti avevamo pensato all’ipotesi di un abbonamento mensile a un catalogo di giochi sempre accessibili in streaming, sulla falsariga di Netflix, Spotify o – per rimanere in campo videoludico – Xbox Game Pass e PlayStation Now. E invece non sarà così.

Stadia sarà una piattaforma su cui sarà possibile comprare singoli giochi, esattamente come si fa su PS4, Xbox One e compagnia. Compri il gioco che vuoi, tra quelli disponibili, e puoi giocarlo su Stadia. La differenza con le altre piattaforme è che non hai bisogno di comprare anche la console.

A partire dal 2020, quando il numero di dispositivi compatibili con Stadia sarà ampliato, sarà possibile usare il proprio tablet, il proprio smartphone o il proprio computer, e in futuro magari anche la propria Smart TV tramite un’apposita applicazione, per giocare all’ultimo Assassin’s Creed con la stessa potenza computazionale offerta da un ottimo PC costruito per il gaming. E lo si potrà fare gratis fino alla risoluzione Full-HD. Oppure al prezzo di 9,99 euro al mese se si vuole il 4K.

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Ora, al netto delle prove da fare quando il servizio sarà disponibile, per capire se – a patto ovviamente di disporre di una buona connessione – la qualità audio/video e l’esperienza di gioco saranno di livello paragonabile a quanto garantito da macchine più classiche, l’offerta è secondo me abbastanza interessante.

La prossima primavera esce Watch Dogs Legion. Una persona interessata a giocarlo, ma che al momento non ha in casa macchine in grado di farlo girare, può decidere di comprare una console (da 200, 300, 400 o più euro) per giocarci. O farsi un PC apposta (dai 500 euro in su), per poi pagare il prezzo del gioco (70 euro circa). Oppure, pagare solo i 70 euro circa del gioco e giocarlo su Stadia, sfruttando un vecchio PC, che non sarebbe in grado di far girare il gioco in modo nativo, o un altro dispositivo compatibile tra quelli già in proprio possesso.

Senza nessuna spesa aggiuntiva, a meno di non volerlo giocare in 4K. In quel caso, ci si può abbonare a Stadia Pro, come già detto, per 9,99 euro al mese, ricevendo in regalo anche dei giochi gratuiti, sulla falsariga di quanto succede con PlayStation Plus e Xbox Live Gold.

Eppure, la mia sensazione è che molti non abbiano colto questa possibilità. Succede spesso quando ci si trova di fronte a un prodotto nuovo, senza termini di paragone sensati a portata di mano. Ma la colpa, a mio avviso, non è del destinatario, se il messaggio non risulta interessante quanto potrebbe essere.

È il mittente, in questo caso Google, che deve rendersi conto del fatto che per presentare e far capire qualcosa di nuovo c’è bisogno di una comunicazione particolare, in grado di colpire, di evidenziare i punti giusti.

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Per esempio, probabilmente far partire Stadia con un po’ di giochi first-party interessanti, avrebbe aiutato. Metti un gioco d’azione e avventura in grado di stuzzicare l’appetito dei fan di Uncharted o degli appassionati di Tomb Raider. Anche di qualità leggermente più bassa.

Quanto sarebbe stato efficace, per Google, poter dire: "Vi interessa questo gioco? Ottimo. Sappiate che, per averlo, non c’è bisogno di comprare una nuova console. Vi basta comprare solo il gioco". Cosa che, come sappiamo, non è possibile quando sei interessato ad Uncharted 4 e non hai una PS4. O quando sei interessato ad Halo 5 e non hai una Xbox One. In questi casi, devi comprarti prima la console e poi il gioco.

Sarebbe un bel punto da far notare, no? Vediamo a novembre se Google riuscirà a far capire un po’ meglio le potenzialità del servizio che sta andando a proporre. Perché per me è potrebbe risultare interessante per molti videogiocatori o per molti potenziali videogiocatori (forse ancora più importanti). Basta solo farglielo notare.

 

 

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