MOLTA PAURA

Stromboli, esplosioni e colate laviche: turisti in fuga | Morto un escursionista

La situazione più critica a Ginostra, dove una settantina di turisti sono stati evacuati. Il prefetto di Messina ha attivato l'Unità di crisi

Due violente esplosioni, tra le più forti mai registrate, dal cratere del vulcano Stromboli hanno seminato fuoco e morte sull'isola. Un escursionista di 35 anni è morto. Tanta la paura: c'è stato chi ha cercato riparo in casa, chi si è buttato in mare per paura dei roghi. Chi è caduto, precitando, come due escursionisti per il cui salvataggio sono impegnati i vigili del fuoco. E chi ha potuto si è allontanato in barca.

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La vittima è un messinese, ferito un brasiliano - La notizia della vittima è stata confermata dal sindaco di Lipari Marco Giorgianni e dalla prefettura di Messina. L'escursionista morto, Massimo Imbesi, orginiario di Milazzo (Messina), era nella zona in compagnia di un amico brasiliano, che è rimasto ferito in maniera non grave. Intanto il prefetto di Messina ha attivato l'Unità di crisi per il monitoraggio continuo della situazione e la definizione degli interventi di soccorso alla popolazione.

Esplosioni tra le più forti mai registrate - Viste dal mare sono sembrate le immagini di un film sulle catastrofi naturali, con un denso fumo scuro che ha ricoperto buona parte dell'isola dell'arcipelago delle Eolie. La zona più colpita è stata la piccola frazione di Ginostra, con un morto e tanti e danni. Secondo l'Ingv, le due esplosioni che alle 16:46 hanno scosso lo Stromboli, "sono tra le più forti mai registrate da quando è attivo il sistema di monitoraggio del vulcano, cioè dal 1985".

Psicosi tsunami come nel 2002 - Sul molo, quando è arrivato un aliscafo, una settantina di turisti, terrorizzati, sono saliti a bordo per lasciare l'isola. Come conferma padre Giovanni, parroco di Stromboli: "Chi ha più paura cerca di andare via da Ginostra, ma può farlo soltanto via mare". Da quel mare dove il 30 dicembre del 2002 si sollevò un'onda anomala alta 20 metri che travolse l'isola per il distacco di due milioni di metri cubi di pietra lavica dal costone della Sciara del fuoco, l'equivalente di un palazzo di 30 piani. Da allora l'isola è costantemente monitorata.

La macchina dei soccorsi - E anche grazie alle precedenti esperienze che si è messa subito in moto la macchina dei soccorsi, coordinata dalla protezione civile: i vigili del fuoco insieme ad un Canadair della forestale sono entrati in azione per spegnere i diversi focolai di incendi che si sono sviluppati in diverse zone dell'isola, soprattutto tra i canneti. Sul posto sono intervenuti anche militari della guardia costiera di Lipari e personale delle forze dell'ordine. I vigili del fuoco sono anche presenti con due elicotteri, uno decollato da Salerno e l'altro da Catania.

Non si escludono repliche - L'Ingv ha sottolineato che il violento fenomeno esplosivo "si può considerare sostanzialmente concluso", ma non è possibile prevedere se ci saranno delle repliche. "Sono fenomeni imprevedibili - ha spiegato il direttore dell'Osservatorio Etneo dell'Ingv, Eugenio Privitera - di conseguenza non si possono fare scenari". E ha ricordato che casi di emissione di così grande energia "sono abbastanza rari, perché lo Stromboli è caratterizzato da un'attività continua ma a bassa energia".