Infermiera killer, in Appello confermata condanna a 30 anni per Laura Taroni
Gli omicidi della madre e del marito, secondo l'accusa, sarebbero avvenuti in concorso con l'ex amante e medico Leonardo Cazzaniga
I giudici della Corte d'Assise e d'Appello di Milano hanno confermato la condanna a 30 anni per Laura Taroni, l'infermiera dell'ospedale di Saronno accusata di aver ucciso con un sovradosaggio di farmaci il marito Massimo Guerra e la madre Maria Rita Clerici tra il 2013 e il 2014. Gli omicidi sarebbero avvenuti in concorso con l'ex amante e medico Leonardo Cazzaniga, che è sotto processo a Busto Arsizio per la morte in corsia di altre 12 persone.
L'impianto accusatorio - Per il sostituto pg Nunzia Ciaravolo non vi è "alcun ragionevole dubbio" sulla responsabilità della donna in entrambi i delitti. E per questo ha chiesto e ottenuto la conferma della sentenza sia per Taroni, che per altri quattro suoi co-imputati, medici e dirigenti dell'ospedale, condannati a pene fino a 1 anno e 4 mesi con le accuse, a vario titolo, di omessa denuncia, favoreggiamento e falso. "Guerra è stato seviziato - ha sostenuto il pg nelle contro repliche - perché gli è stato fatto credere di essere diabetico. Aveva solo 46 anni ed è stato avvelenato da sua moglie".
Secondo il sostituto pg, non vi sono dubbi neanche sull'omicidio dell'anziana, morta dopo un malore il 4 gennaio di cinque anni fa. "Maria Rita Clerici non aveva nessuna patologia, soffriva ogni tanto di emicrania", ha sostenuto Ciaravolo che ha ricordato che alla donna è stata fatta "un'iniezione" poco prima di morire. "I suoi ultimi momenti li ha passati sul pavimento, mezza nuda, davanti ai soccorritori a cui è stato impedito di compiere qualsiasi manovra. Era già quasi in coma, mentre sua figlia, infermiera, non fa nulla".
Laura Taroni respinge le accuse - Accuse che sono state respinte con forza dalla stessa imputata, durante le dichiarazioni spontanee rese nella mattinata. "Non ho mai avuto intenzione di uccidere nessuno - ha detto Taroni prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio - e non l'ho mai fatto. Né tantomeno avrei ucciso il padre dei miei bambini, che sono ancora qui a lottare".
I familiari: "Ci ha traditi" - "Laura Taroni ci ha traditi come familiare e come professionista. Non posso non pensare al male che ha fatto ai miei nipoti, a noi e a tutte le persone che continueranno a soffrire per colpa sua", ha detto Gabriella Guerra, cognata dell'infermiera e sorella di Massimo Guerra.
Il legale che assiste lei e altri familiari, l'avvocato Laura Scarrone, dopo il verdetto ha sottolineato: "Non possiamo provare soddisfazione di fronte a una famiglia che è stata devastata. Ringraziamo però la Procura generale perché ha fatto di tutto per restituire l'immagine di Guerra come quella di una vittima, e non più di un persecutore".
L'avvocato difensore presenterà ricorso alla Cassazione - Monica Alberti, difensore di Taroni ha commentato: "Per noi è stato un duro colpo. Leggeremo le motivazioni (saranno depositate entro 90 giorni) e certamente faremo ricorso in Cassazione".
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