"Credevo che la motovedetta della guardia di finanza si spostasse, non volevo colpirli". Lo ha detto, durante l'interrogatorio per la convalida dell'arresto, la comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete, al giudice per le indagini preliminari Alessandra Vella. Al termine dell'interrogatorio il gip si è riservato. Deciderà entro martedì mattina. La Rackete resta intanto agli arresti domiciliari ad Agrigento.
La comandante della nave della Ong è sotto accusa per aver violato il divieto di entrare in porto e per aver speronato una motovedetta delle Fiamme Gialle durante l'attracco. La guardia di finanza, al momento dell'arresto in flagranza, le ha contestato il rifiuto di obbedienza a nave da guerra, la resistenza o violenza contro nave da guerra e la navigazione in zone vietate. Contestato anche il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Tra gli altri reati ipotizzati, ma ancora non formalmente contestati, quelli legati al delitto di naufragio.
Salvini: "Espelleremo comunque la Rackete" - "Dalla giustizia mi aspetto pene severe per chi ha attentato alla vita di militari italiani e ha ignorato ripetutamente le nostre leggi. Dagli altri Paesi europei, Germania e Francia in primis, mi aspetto silenzio e rispetto. In ogni caso, siamo comunque pronti ad espellere la ricca fuorilegge tedesca". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini, al termine dell'interrogatorio della Rackete.
Il pm di Agrigento: "Non c'era necessità di forzare" - "Non è stata un'azione necessitata. Non c'era uno stato di necessità poiché la Sea Watch attraccata alla fonda aveva ricevuto, nei giorni precedenti, assistenza medica ed era in continuo contatto con le autorità militari per ogni tipo di assistenza, per cui, per il divieto imposto dalla guardia di finanza di attraccare, non si versava in stato di necessità". Lo ha detto il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, durante la conferenza stampa tenuta a margine dell'udienza di convalida dell'arresto di Carola Rackete.
"Fu voluto l'impatto con la motovedetta della Gdf" - "E' stata valutata negativamente, in maniera volontaria, la manovra effettuata con i motori laterali della Sea Watch che ha prodotto lo schiacciamento della motovedetta della guardia di finanza verso la banchina. Questo atto è stato ritenuto, da noi, fatto con coscienza e volontà", ha aggiunto Patronaggio, entrando nel dettaglio delle valutazioni dell'accusa.
"Divieto di dimora misura adeguata" - Per il pm "l'udienza di convalida dell'arresto di Carola Rackete si è svolta in un clima sereno, di collaborazione. La Procura ha chiesto, come misura cautelare, il divieto di dimora nella provincia di Agrigento con particolare riferimento ai porti di Lampedusa, Porto Empedocle e Licata. Abbiamo ritenuto in relazione a tutte le circostanze di questo caso e alla personalità dell'indagata che tale misura sia idonea a salvaguardare eventuali, ulteriori,esigenze cautelari".
Nuovo interrogatorio per Rackete il 9 luglio - Intanto il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, ha già convocato per il 9 luglio, per rendere interrogatorio in qualità di indagata per l'ipotesi di reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, la comandante Carola Rackete. Si tratta del primo fascicolo aperto nel quale viene contestata anche la "disobbedienza a nave da guerra", che scaturisce dall'avere violato il divieto di ingresso in acque italiane trasportando i migranti. L'interrogatorio era in programma sabato mattina ma è stato rinviato per l'arresto della trentunenne tedesca, arresto che ha fatto scattare un secondo procedimento.