E' iniziato l'interrogatorio nei confronti di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3, nel corso dell'udienza di convalida del suo arresto ad Agrigento. I pm hanno chiesto la convalida del provvedimento e il divieto di dimora nella provincia. Leonardo Marino, uno degli avvocati, ha anticipato che "risponderà a tutte le domande e fornirà tutte le spiegazioni che le saranno richieste".
La nostra #Carola è arrivata a Porto Empedocle dove è stata accolta con calore.
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) 1 luglio 2019
Le autorità l’hanno accompagnata in Tribunale.
Ci è sembrata stanca, frastornata, determinata e bellissima.#StayStrongDontWorry#CarolaRackete#SeaWatch3 pic.twitter.com/e07JKIYqi1
La capitana è sotto accusa da parte della Procura di Agrigento per aver aver violato il divieto di entrare in porto e per aver speronato una motovedetta delle Fiamme Gialle durante l'attracco. La guardia di finanza, al momento dell'arresto in flagranza, le ha contestato il rifiuto di obbedienza a nave da guerra, la resistenza o violenza contro nave da guerra e la navigazione in zone vietate. Contestato anche il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Tra gli altri reati ipotizzati, ma ancora non formalmente contestati, quelli legati al delitto di naufragio.
"Risponderà a tutte le domande del giudice, la signora Rackete ha agito in uno stato di necessità e non aveva alcuna intenzione di usare violenza nei confronti degli uomini delle Fiamme Gialle", ha detto, prima di entrare in aula per l'interrogatorio, l'avvocato Leonardo Marino. "La mia assistita ha cercato in ogni modo di evitare questo epilogo - ha aggiunto il legale - ma non poteva attendere oltre, la situazione a bordo della nave era drammatica". Per la difesa "è stata fatta una manovra in condizioni di estrema difficoltà, ma non c'è stato alcun atto criminale, solo la necessità di salvare delle vite". L'avvocato ha anche spiegato che una possibile strategia difensiva sarà quella di contestare il fatto che la motovedetta della gdf sia una "nave da guerra".
Intanto continua lo scontro con il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che in vista della decisione di oggi ha tuonato: "Voglio sperare che ci sia un giudice che renda giustizia ai quattro militari della guardia di finanza e a un popolo di 60 milioni di persone che non vuole essere la discarica di Europa. E quindi che venga confermato l'arresto di questa criminale. Se così non fosse il ministro dell'Interno ha già dato indicazione che venga prelevata e riportata a casa sua a Berlino".
Il padre di Carola: "Spero intervenga la Germania" - Il padre di Carola Rackete spera in un intervento del governo tedesco. "Penso che la pressione internazionale sul governo italiano farà la differenza", ha dichiarato Ekkehart Rackete all'agenzia Dpa. L'uomo considera l'Italia "uno Stato di diritto" e non si dice preoccupato per la figlia, con la quale domenica ha parlato al telefono. "E' divertente come sempre e mi è sembrata tranquilla", ha aggiunto.
Berlino: "Non interveniamo nella giustizia italiana" - La replica della Germania spegne però le speranze del padre della capitana arrestata. "Non possiamo intervenire sulla giustizia italiana", ha spiegato Martina Fiez, portavoce del governo tedesco, ribadendo che Berlino "è contro la criminalizzazione dei soccorritori in mare". "Le accuse vanno verificate. Seguiamo la situazione molto attentamente, attualmente il governo tedesco si sta adoperando per una soluzione europea", ha sottolineato.
Mattarella: "Ora tutti devono abbassare i toni" - Sul caso della Sea Watch 3 è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sottolineando che "il fenomeno migratorio è inarrestabile e va governato dall'Europa nel suo complesso in collaborazione con i Paesi dell'Africa da da cui partono i flussi migratori. Non può essere affrontato da un singolo Stato". Il Capo dello Stato ha poi invitato tutte le parti politiche a "un abbassamento generale dei toni che consenta di affrontare con maggiore serenità e concretezza la questione" dei migranti. Sul ruolo che avranno poi i giudici sul caso, Matterella ha aggiunto che "l'Italia ha una Costituzione cui per dovere e convinzione personale sono molto legato. La Costituzione prevede una assoluta divisione dei poteri, la nostra magistratura è di assoluta indipendenza e io ho in essa molto fiducia".