Il lato nascosto della Sapienza
Parlano gli studenti dopo la morte di Francesco Ginese
Feste illegali a cui partecipano centinaia di studenti, organizzate dai collettivi della Sapienza all’interno dell’Università senza alcuna autorizzazione e controllo. È questo il lato nascosto di uno degli atenei più prestigiosi d’Italia. La festa più attesa è la “Notte bianca”, organizzata ogni anno dal 2014. In quella dello scorso 21 giugno, però, qualcosa è andato storto: Francesco Ginese, 26 anni, ha perso la vita cercando di scavalcare uno dei cancelli della città universitaria.
Non era però la prima volta che qualcuno tentava di scavalcare per entrare. “Anche io avevo l’avevo fatto qualche anno fa – racconta Camilla M. –. Non mi andava di pagare l’ingresso. Sono caduta e mi sono rotta una gamba, i miei amici mi hanno dovuta portare all’ospedale”.
Ma è possibile far pagare l’ingresso per delle iniziative all’interno dell’Università? E chi può organizzare questi eventi?
Il regolamento dell’ateneo di Roma, approvato dal Rettore nel 2018, parla chiaro. Solo le associazioni studentesche iscritte nell’apposito albo possono chiedere l’autorizzazione – non di certo i collettivi non riconosciuti. Chi poi viene autorizzato, deve ottenere la licenza del questore – secondo quanto previsto dal T.U.L.P.S. (Testo Unico della Legge di Pubblica Sicurezza) – , non può far pagare l’ingresso all’evento e deve garantire costante vigilanza.
Gli studenti che hanno partecipato alla festa sostengono che quella sera non c’era vigilanza a presidiare l’evento, né dentro la Città universitaria né fuori ai cancelli . “Sono arrivata presto, verso le 7, e non ho visto nessuno della vigilanza”, racconta Laura. Anche Manuela conferma lo stesso: “Che io abbia visto, non c’era nessuno”.
La “Notte Bianca” non è l’unica festa clandestina organizzata dentro la Sapienza. Anche il “Teppa Fest” è un appuntamento fisso. Dell’organizzazione se ne occupa il collettivo
Sapienza Clandestina, che dal 2014 occupa alcuni locali all’interno del dipartimento di Fisiologia e Farmacologia.
In tutto sono circa cinque i collettivi all’interno della Sapienza, che organizzano altrettante feste illegali. “Di solito si organizzano 4,5 eventi all’anno”, rivela Mario M. del collettivo
Sapienza Clandestina. “Non abbiamo l’autorizzazione perché il procedimento è troppo lungo. Facciamo le feste anche se non ci sono i permessi, se l’Università vuole impedircelo deve chiamare la celere”.
Gli eventi sono sì privi di autorizzazioni ufficiali ma, di fatto, nessuno ne impedisce lo svolgimento. Di solito vengono portate attrezzature e luci giorni prima dell’evento, che vengono montate nel piazzale antistante il Rettorato. Gli eventi sono pubblicizzati su tutte le piattaforme social e anche attraverso affissioni dentro la stessa Università e per le vie della Capitale.
Dal Palazzo del Rettorato si attendono ancora chiarimenti e prese di posizione che tardano ad arrivare. Nel frattempo, gli eventi programmati fino a fine Luglio, fanno sapere i collettivi, sono stati annullati per rispetto di quello che è successo.
Carmelo Arena, Federica Pozzi, Alessandro Rosi
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