blitz all'alba

Camorra, oltre 100 arresti a Napoli: scacco all'alleanza di Secondigliano

L'attività di indagine è stata condotta con l'apporto investigativo della polizia e della Dia. Fiancheggiatori del clan anche in tribunale e infiltrazioni nell'ospedale San Paolo. Grillo: sciogliere nosocomio

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Imponente operazione all'alba dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Napoli. Eseguiti su tutto il territorio nazionale oltre 100 provvedimenti cautelari emessi dal gip di Napoli su richiesta della Procura nei confronti di appartenenti ai clan camorristi Contini, Mallardo e Licciardi. L'attività di indagine è stata condotta anche con l'apporto investigativo della polizia e della Dia. La Gdf ha sequestrato un ingente patrimonio.

Il patrimonio di beni mobili e immobili riconducibile ai clan dell'alleanza di Secondigliano sequestrato, su tutto il territorio nazionale, ammonta a circa 130 milioni di euro.

Le misure cautelari riguardano 126 persone, per 86 sono stati emessi arresti in carcere, per i restanti misure cautelari meno afflittive. L'unico elemento di vertice sfuggito all'arresto è Maria Licciardi, che è ancora ricercata". 

Le forze dell'ordine e la magistratura hanno così inferto un duro colpo al consorzio criminale fondato alla fine degli anni '80 dai boss Edoardo Contini, detto "o' Romano", Francesco Mallardo, soprannominato "Ciccio 'e Carlantonio" e da Gennaro Licciardi, alias "a' scign".

Fiancheggiatori anche in tribunale - Il clan Contini riusciva ad anticipare e prevenire le azioni di contrasto di magistratura e forze dell'ordine grazie a una rete di fiancheggiatori tra i quali anche una dipendente dell'ufficio gip del Tribunale di Napoli. Si tratta di Concetta Panico, finita ai domiciliari, imparentata con Antonio Pengue, in carcere, uno dei presunti affiliati al clan. Quest'ultimo, proprio attraverso la Panico, nel 2014 venne a conoscenza in anticipo dell'emissione di un'ordinanza di custodia per 90 presunti esponenti al clan Contini.

L'ospedale San Giiovanni Bosco sede dell'Alleanza di Secondigliano - Il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, ha spiegato che l'ospedale San Giovanni Bosco "era diventato la sede sociale dell'Alleanza di Secondigliano: gli uomini dei Contini controllavano il funzionamento dell'ospedale, dalle assunzioni, agli appalti, alle relazioni sindacali".

In sostanza, ha sottolineato Melillo, "l'ospedale era diventata la base logistica per trame delittuose, come per le truffe assicurative attraverso la predisposizione certificati medici falsi". "L'Alleanza - ha spiegato ancora il procuratore  - svolgeva una tutela sostitutiva dell'ordine pubblico, nelle loro zone tutte le attività passavano al vaglio dei Contini. Nei mesi scorsi abbiamo documentato il ruolo oppressivo del clan sugli immigrati che risiedono nella zona del Vasto Arenaccia".

I Contini pretendevano una quota del denaro che un albergatore napoletano percepiva dalla Regione Campania per ospitare i rifugiati. Questo dimostra, ha detto ancora il questore di Napoli, "l'agilità del clan, in grado di sfruttare a proprio favore anche i flussi migratori". A questo particolare business era deputata una frangia del clan Contini.

Grillo: "Sciogliere l'ospedale per infiltrazione mafiosa" - "Sciogliere per infiltrazione mafiosa l'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli e dare ai cittadini finalmente una sanita' degna di questo nome". Lo chiede in un video sul suo profilo Facebook il ministro della Salute, Giulia Grillo, dopo il maxiblitz contro la camorra in Campania che ha portato a 126 arresti. Il San Giovanni Bosco è "quello delle formiche, quello di plurimi episodi incresciosi - ricorda il ministro - la camorra aveva deciso di lucrare sulla pelle dei malati, la cosa più immorale che si può immaginare. E' una ferita quella che lascia una criminalità che si è impossessata dell'ospedale, dando una mazzata alla qualità dei servizi. Non arretriamo di un passo, anzi, questo ci deve dare il coraggio e la forza di combattere e migliorare. Negli anni qualcuno avrebbe dovuto avere più coraggio, evidentemente è mancato. adesso bisogna ripartire da zero e i cittadini di Napoli devono sapere che dalla loro parte ci sono tutte le Istituzioni, incluso il Ministero della Salute". "Giovedì sarà convocato il Comitato nazionale per la sicurezza e l'ordine pubblico - sottolinea Grillo - ci sarà il procuratore Melillo che ha seguito le indagini e chiedo già di porre l'attenzione su questo ospedale: se è necessario, e a mio avviso lo è, si deve convocare il Comitato di accesso e immaginare di sciogliere per infiltrazione mafiosa l'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli".