Pokémon GO fu fenomeno globale come pochi altri prima: centinaia di persona che in pieno luglio si radunano a Central Park per inseguire un Vaporeon non è una cosa che è successa tanto spesso prima, e a ben vedere nemmeno dopo. Quella però fu una tempesta perfetta alimentata da un immaginario, quello dei Pokémon, che per la prima volta si apriva realmente a tutti, trascinando eterogenei gruppi di persone in avventure cittadine inedite.
Dopo tre anni Niantic ci riprova con Harry Potter: Wizards Unite, terzo gioco della sua storia (il primo, nonché base dell’intera infrastruttura, è Ingress) e versione in salsa J.K Rowling di un’ossatura che si è dimostrata vincente. Ancora una volta infatti il motore dell’intero gioco saranno le vostre gambe, o ancora di più, la voglia di muovervi per andare a cercare locande, serre e fortezze, il tutto però sostenuto da da una sovrastruttura ludica molto più profonda e appagante.
Con colui che non deve essere nominato ormai pallido ricordo, l’obiettivo dei novelli maghi è aiutare Harry Potter e l’ufficio di Hermione a contenere la Calamità, anomalia del Wizarding World che mette a repentaglio la sua stessa segretezza. Il mondo si è infatti riempito di Smarriti, oggetti magici da far tornare al loro posto difesi da Soqquadri, che sono gli incantesimi o le creature magiche che li difendono. Una volta individuati, questi vanno ricondotti a più miti consigli tramite utilizzo di incantesimi appropriati, eseguiti ovviamente nel miglior modo possibile: se la scelta della giusta contromagia è automatica, l’esecuzione è tutta del giocatore. Sullo schermo infatti apparirà una linea da seguire con il dito e in base a quanto fedele e veloce sarà la gesture tanto efficace ne risulterà l’incantesimo effettuato.
Se questa è proprio la base del gioco, che è di fatto la riproposizione delle meccaniche di ricerca e cattura dei Pokémon, tutto ciò che gli ruota intorno è invece più strutturato e profondo: il nostro alter ego infatti, oltre a scegliere bacchetta e casata, potrà anche scegliere la sua professione tra Auror, Magizoologo o Insegnate, ognuno dotata di lungo albero delle abilità da sbloccare che ne potenzierà i poteri.
La professione, esattamente come tutti gli elementi che caratterizzano il nostro mago, sono modificabili in qualsiasi momento perché Harry Potter: Wizards Unite è un gioco che punta tutto sulla cooperazione. Riuscire a sbloccare interamente una fortezza, luogo nel quale vanno sfidati in successione nemici di diversa potenza, richiede cooperazione con altri giocatori e magari la giusta presenza di diverse professioni (gli Auror fanno molti danni per esempio, ma i Magizoologi possono curare tra una sfida e l’altra).
Dove però Wizards Unite eccelle è nella mole di piccole cose da fare, trovare e catalogare. Ci sono infatti dieci categorie (divise a loro volta in tre diverse pagine) che spaziano dalla Cura delle creature Magiche ai Manufatti Misteriosi che vanno pazientemente riempite con tutti gli Smarriti sparsi in giro per il modo: dai Bolidi alle Uova di Aragog, dai Manifesti segnaletici degli evasi alle copie del Cavillo, ogni oggetto (o personaggio) significativo creato da J.K. Rowling è trasformato in collezionabile e scagliato in giro per il mondo solo per essere ritrovato. Senza parlare delle pozioni da creare (con tanto di gesture che ne riducono i tempi di preparazione), piante da far crescere o Passaporte da sbloccare.
Se Pokémon GO faticava nell’offrire un’esperienza completa e rotonda, Wizards Unite invece non si tira indietro, diventando un piccolo compendio dell’intero mondo magico di Warner e Rowling. Dove invece il gioco Niantic non fa sconti è nella gestione dell’energia magica: ogni incantesimo infatti costa energia e questa si recupera con una certa fatica. Quest giornaliere, serre o locande ne possono rigenerare un piccolo quantitativo, ma se non avete intenzione di passare dalle micro transazione preparatevi a fare delle lunghissime camminate, o quantomeno ad abitare sopra una locanda. Anche la gestione delle Passaporte è da limare, visto che la distanza percorsa è conteggiata solo se l’app è aperta e non se lavora in background.
Detto questo, anche se forse non dirompente in termini di appeal verso il grande pubblico (ma diamogli il tempo di crescere), Harry Potter: Wizards Unite è un netto passo avanti nella formula inventata da Niantic, capace di aggiungere un senso di progressione appagante e stratificato oltre che una mole di contenuti impressionante per qualità e fedeltà al materiale originale e una veste grafica decisamente più evocativa.
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo scaricato Harry Potter: Wizards Unite su iPhone X al lancio in Italia, tenendo di fatto l'applicazione costantemente attiva perché si sa, non c'è pausa nella ricerca degli Animali Fantastici.
Può piacere a chi…
… adora Harry Potter
… è a suo agio con lunghe passeggiate
… apprezza il tipo di esperienza offerta da Niantic
Potrebbe deludere chi…
… si aspetta di avere tutto senza muoversi
… vorrebbe un'esperienza competitiva e non cooperativa
… ha il marchio nero tatuato sull'avambraccio
Harry Potter: Wizards Unite è un gioco consigliato a un pubblico di tutte le età.