Contrastare il cambiamento climatico è una delle priorità del Parlamento europeo. Ma quali sono le soluzioni proposte dall'Unione europea? Nel 2008, l'Ue ha stabilito l’obiettivo del taglio delle emissioni del 20% rispetto ai livelli del 1990. Obiettivo superato in anticipo: nel 2015 il gas serra prodotto era il 22% in meno rispetto ai livelli del 1990. Nel 2015, ha poi ratificato l'accordo di Parigi, il primo accordo globale per combattere i cambiamenti climatici, il cui obiettivo è limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 °C rispetto all’epoca preindustriale. Nel 2018, inoltre, il Parlamento ha adottato una nuova politica per l’energia pulita. Gli obiettivi di riduzione dei cambiamenti climatici sono inclusi anche nei principali programmi di bilancio dell'Ue. Vediamo questo e altro nel dettaglio.
Limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2 °C - Le temperature medie sono aumentate considerevolmente rispetto all’epoca che precede la rivoluzione industriale e hanno raggiunto il picco massimo fra il 2008 e il 2017, il decennio più caldo registrato fino ad ora. Dei 17 anni più caldi registrati, 16 si sono verificati dal 2000. I dati del Programma Europeo di osservazione della terra Copernicus indicano che il 2018 è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati in Europa. La maggior parte delle prove scientifiche a disposizione dimostrano che tale anomalia è dovuta all'aumento delle emissioni di gas serra prodotte dalle attività umane.
La temperatura media globale attuale è 0,85 °C più alta rispetto alla fine del diciannovesimo secolo. Gli scienziati ritengono che un aumento di due gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali possa avere conseguenze pericolose e catastrofiche sia sul clima che sull'ambiente. Per questo motivo la comunità internazionale concorda sul fatto che il riscaldamento globale debba rimanere ben al di sotto dei 2 °C.
Perché è importante una risposta dell'Ue? Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, l’Unione europea è il terzo produttore di gas serra dopo la Cina e gli Stati Uniti. Il settore dell’energia è responsabile per il 78% delle emissioni (dati del 2015).
Uno impegno comune per limitare il riscaldamento globale è fondamentale in quanto i cambiamenti climatici colpiscono tutti i paesi dell'Ue, anche se in forme differenti: si prevedono calore estremo e meno pioggia nell’area mediterranea e rischi di inondazioni e incendi boschivi nei i paesi della zona continentale. Gli sforzi dell'Ue stanno dando i loro frutti.
L'Ue e la politica climatica internazionale - L'Ue, inoltre, svolge un ruolo fondamentale nei negoziati sul clima delle Nazioni Unite. Con l'accordo di Parigi, l'Ue si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 40% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Per raggiungere tale obiettivo, l’Unione europea ha preso una serie di misure.
Ridurre le emissioni di gas serra - L'Ue ha implementato diversi meccanismi a seconda del settore. Per ridurre le emissioni delle centrali elettriche e delle industrie, l’Unione europea ha messo in pratica il primo mercato delle emissioni, il Sistema di scambio delle emissioni, grazie al quale le aziende devono acquistare permessi per emettere CO2. Ciò significa che meno le aziende inquinano, meno pagano. Questo sistema copre il 45% delle emissioni totali di gas a effetto serra nell'Ue.
Per gli altri settori, come quello delle infrastrutture o dell’agricoltura, le riduzioni verranno attuate tramite obiettivi nazionali calcolati in base al prodotto interno lordo di ciascun paese. Per quanto riguarda il trasporto su strada, nella primavera del 2019 il Parlamento europeo ha approvato nuove regole per ridurre le emissioni di CO2 entro il 2030 del 37,5% per le nuove auto, del 31% per i furgoni e del 30% per i nuovi camion.
Anche il potere di assorbimento delle foreste viene usato dall’Ue per contrastare i cambiamenti climatici. A tal proposito il Parlamento ha votato nel 2017 un regolamento per prevenire le emissioni derivanti dalla deforestazione e dal cambio di destinazione d'uso dei terreni.
La sfida energetica - Una nuova politica per l’energia pulita, adottata dal Parlamento nel 2018, è una delle strategie per la lotta al cambiamento climatico. Gli obiettivi di questa politica sono aumentare la quota di energia rinnovabile consumata al 32% entro il 2030 e dare ai cittadini la possibilità di produrre la propria energia pulita. L’Ue vuole inoltre migliorare l’efficienza energetica degli edifici del 32,5% entro il 2030 e ha adottato nuove regole sugli elettrodomestici e sugli edifici.
L'Ue, inoltre, ha deciso di dedicare almeno il 20% dei finanziamenti previsti per il periodo 2014-2020 ad azioni legate al clima, compresi i 3,4 miliardi di euro per il programma LIFE per l'ambiente e l'azione per il clima..
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