Conte assicura: "Deficit al 2,1% e non al 2,5% come dice l'Europa" | Ma restano le divergenze sui conti, negoziato in salita
Il premier a Bruxelles per il Consiglio Ue dice: "Non sono venuto a mani vuote, rappresento un Paese del G7, il terzo dell'Eurozona". Fumata nera sulle nomine dei vertici Ue
A Bruxelles per il Consiglio Ue, il premier Giuseppe Conte ha parlato del debito pubblico dell'Italia: "Potremo certificare che siamo attorno al 2,1% nel rapporto deficit/Pil e non al 2,5 come prevede la Commissione Ue". Secondo Conte, che ha ribadito l'impegno a non chiedere deroghe, le regole dell'Europa prevedono molta stabilità e poca crescita: "Vanno invertite". Ma al termine della prima giornata restano le divergenze tra Italia e Ue sui conti.
"Io non vengo a mani vuote, rappresento un Paese del G7" - Il presidente del Consiglio ha lanciato un siluro a distanza contro "le fantasiose ricostruzioni giornalistiche" secondo cui "sarei venuto a mani vuote". "Qualche giornalista scrive che sarei venuto a Bruxelles con le mani vuote: io rappresento un Paese del G7, il terzo Paese dell'Eurozona, la seconda Azienda manifatturiera d'Europa: come si può pensare che io venga a mani vuote? - ha osservato -. Io rappresento tutte le migliaia di realtà imprenditoriali italiani che esportano in tutto il mondo con punte di assoluta eccellenza".
Conte a Moscovici: "Lettera chiara, rispettiamo le regole" - Il premier ha replicato anche al commissario Pierre Moscovici, che aveva ammonito l'Italia affermando che "le regole si rispettano" in merito alla lettera inviata da Roma a Bruxelles. "La lettera contiene un messaggio politico chiaro. Non vuole dire che non rispettiamo le regole, finché non cambiano le regole sono queste", ha spiegato. "Se siamo in un sistema integrato dobbiamo competere con le sfide globali ma all'interno dell'Ue le regole devono essere uguali per tutti. Io voglio competere, ma a parità di armi", ha chiarito.
"A capo della commissione vogliamo chi vuole riscrivere le regole" - Continuando il discorso sulle nomine, Conte ha sottolineato: "Il nostro candidato ideale alla presidenza della Commissione europea è quello che si predisporrà a discutere le nuove regole sulla base di quello che ho scritto (nella 'lettera all'Europa', ndr)". E che ci sia o no qualcuno disposto a farlo "lo verificheremo".
"Angela Merkel non disponibile" - Sulla nomina di Angela Merkel come possibile candidata alla presidenza della Commissione ha subito chiarito: "La cancelliera ha grande esperienza politica. L'ultima volta che ne abbiamo parlato non mi è sembrata disponibile".
"Nessun diverbio con Di Maio e Salvini" - Conte ha allontanato poi ogni rumor su presunti dissapori tra lui e i due vicepremier di M5s e Lega. "Secondo alcune ricostruzioni molto fantasiose dei giornali con la Lega ci sarebbero dissapori: vorrei sottolineare che con Salvini e Di Maio siamo entrati in riunione mercoledì mattina alle 8 per la riunione economica e ci siamo lasciati mercoledì sera a mezzanotte: mai avuto diverbi o contrasti", ha detto.
Divergenze Italia-Ue sui conti, negoziato in salita - Al termine della prima giornata del Consiglio europeo restano le divergenze tra Italia e la Commissione Ue sulle stime sui conti pubblici. La trattativa del premier Giuseppe Conte è dunque in salita e nel governo italiano c'è preoccupazione per la riuscita del negoziato. Con la convinzione che le stime della Commissione sui conti e sul deficit italiano siano lontane da quelle reali sui cui si basa la posizione italiana.
Fumata nera sulle nomine dei vertici Ue - Intanto nulla di fatto sulle nomine dei nuovi vertici delle istituzioni europee. La partita è stata rimandata ad un vertice straordinario convocato per il 30 giugno. Le posizioni delle famiglie politiche appaiono molto lontane. Il Partito popolare si ostina a difendere il tedesco Manfred Weber, candidato alla presidenza della Commissione, che viene però bocciato sia dai liberali sia dai socialisti.
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