Essere in grado di trasformare un'intervista pubblica affollatissima in un un incontro intimo dove le emozioni della musica fanno sentire parte di un tutto. E' quello che ha fatto Patti Smith a Taranto, in occasione di un incontro al Medimex 2019. Non a caso è definita "la sacerdotessa del rock". Rock che per lei è un mezzo per creare una comunità. "Cantare non costa niente - dice ed è un modo diretto per entrare in comunione con gli altri".
L'occasione per ascoltare la sacerdotessa del rock è stato un incontro d'autore nell'aula magna dell'università di Taranto, per l'edizione 2019 del festival & music conference organizzato da Puglia Sounds e Regione Puglia. Intervistata da Ernesto Assanto la cantautrice si è raccontata a tutto campo, passando dalla vita quotidiana ai ricordi dei primi concerti in Italia.
Patti ha spiegato di essersi trovata in questo ruolo quasi per caso. Inizialmente tutto aveva in mente tranne che fare la cantante. "Non ho mai scelto la musica, volevo essere un’artista visuale, una scrittrice, una poetessa - dice -, ma la musica ha scelto me, il pubblico mi ha scelta. E la musica poi mi ha permesso di girare il mondo". Qualcosa è rimasto dell'intento iniziale, che è la poesia dei testi delle sue canzoni, anche se lei tiene a sottolineare la differenza tra i due strumenti. "La differenza tra scrivere canzoni e poesie è che le prime le scrivi per la gente quindi hai un'altra responsabilità - spiega -. La poesia invece la scrivi principalmente per te stessa. Sono anche più difficili da capire mentre le canzoni sono un linguaggio universale".
L'occasione per vederla qui sono i 40 anni dai due concerti storici da lei fatti a Firenze e Bologna, nel 1979. Concerti che in qualche modo riaprirono la stagione degli spettacoli live dopo che per anni i grandi artisti internazionali aveva evitato il nostro Paese per timore di disordini e contestazioni. "I due concerti a Firenze e Bologna sono probabilmente i due spettacoli con più pubblico che abbia mai fatto - ricorda lei -. Sono stati i due ultimi concerti prima che abbandonassi la musica per un certo periodo. Li ricordo per il senso di libertà, di positiva anarchia".
Ma com'è la vita di Patti Smith oggi? E' quella di un artista che non ha intenzione di appendere la penna al chiodo. "Ogni mattina quando mi alzo la prima cosa che faccio è dare da mangiare al mio gatto e prendere il caffè, cosa fondamentale - racconta -. Poi apro il mio computer e penso o scrivo qualcosa di getto. Ogni giorno devo studiare qualcosa, scrivere qualcosa. Ho 72 anni ma lavoro ogni giorno. È un metodo che ho appreso quando sono diventata mamma, quando avevo meno tempo da dedicare al lavoro perché ero impegnata a curare i miei bambini piccoli. In questo modo ho imparato a "fare la punta" alle cose che scrivo, affinarle, senza disperdermi in cose inutili".
A proposito di figli, entrambi sono musicisti che la seguono nei diversi impegni. Ma la figlia Jesse è anche impegnata politicamente. "La nostra generazione ha combinato abbastanza danni, speriamo nei giovani per salvare questo pianeta - dice Patti -. Mia figlia è un’attivista del movimento contro il riscaldamento globale e l'uso dei combustibili fossili, che avendo oggi un presidente come Trump non è una battaglia semplice".
Patti dice di non considerarsi "una musicista" ma di essere "orgogliosa di condividere certi sentimenti con la gente. Cantare non costa niente ed è un modo diretto per entrare in comunione con gli altri". E ne dà una dimostrazione pratica rispondendo alla domanda finale su cosa sia per lei la musica. Si alza, prende le misure del palco e poi inizia a intonare "Because The Night" a cappella, con l'auditorium che poco a poco la segue e si unisce in un unico grande coro. Brividi e comunione di emozioni, ecco cos'è la musica per Patti Smith.