LE STIME DELLA CGIA

Fisco, lunedì primo "tax day" dell'anno: si verseranno all'Erario 32,6 miliardi

Giornata di scadenze per imprenditori e famiglie

© ansa

Lunedì 17 giugno è il primo "tax day" dell'anno per imprese e famiglie. Secondo le stime della Cgia di Mestre, all'Erario saranno versati 32,6 miliardi di euro. Gli imprenditori dovranno pagare al fisco le ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori per circa 12 miliardi, mentre famiglie e imprese saranno chiamate a versare l'Imu/Tasi in capo alle seconde-terze case e agli immobili strumentali (9,9 miliardi).

Industriali, commercianti, artigiani e lavoratori autonomi, inoltre, dovranno versare l'Iva allo Stato (9,8 miliardi) e infine si dovranno corrispondere le ritenute Irpef trattenute sui compensi dei lavoratori autonomi (935 milioni).

"Non saranno pochi gli imprenditori che avranno difficoltà a recuperare le risorse economiche per onorare gli impegni fiscali - sottolinea la Cgia -. Oltre alla congiuntura difficile, le banche continuano a erogare il credito con il contagocce". I prestiti bancari alle imprese di piccola dimensione (meno di 20 addetti) sono infatti in costante calo dal 2012, contrazione che secondo la Banca d'Italia solo in parte è ascrivibile a una diminuzione della domanda di credito o a fattori di rischio. A marzo l'erogazione a queste piccole realtà produttive è scesa, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, di 2,3 punti percentuali.

Al netto delle tariffe applicate dai commercialisti per la tenuta della contabilità aziendale, secondo un'indagine realizzata periodicamente dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, il costo della burocrazia fiscale in capo agli imprenditori ammonta a circa 3 miliardi di euro all'anno. "Oltre ad avere una pressione fiscale tra le più elevate d'Europa - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi, Paolo Zabeo - in Italia è estremamente difficile anche pagare le tasse. La complessità e la farraginosità del nostro sistema tributario spesso mette in seria difficoltà perfino gli addetti ai lavori come i commercialisti, le associazioni di categoria o i Caf. Figuriamoci gli imprenditori, in particolar modo quelli di piccola dimensione, che, all'interno della propria attività, in moltissimi casi non dispongono nemmeno di un ufficio amministrativo minimamente strutturato".