Un’adunata di cuochi e fornai per parlare di pane, riunendo sotto le stesse insegne il Movimento Internazionale del pane. Dove? Nel Gargano, in Puglia, nell’antico e suggestivo borgo di San Marco in Lamis e a Rignano Garganico (Foggia). Tutto questo è Grani Futuri, che più che un evento è un movimento culturale, economico e sociale che “nasce nel 2016 dal pane e dalla terra, dalle furnare e da zia Maria, dalla tradizione che si coniuga con una laurea in economia”.
Parole di Antonio Cera, il suo ideatore, passato dalla Bocconi alle mani in pasta con i grani antichi. Sabato 15 e domenica 16 giugno, per la terza edizione di Grani Futuri, si torna a discutere di pane, quello buono, laico, salutare e quotidiano in undici gesti (quelli scanditi nel Manifesto futurista del pane).
Dalla coltura della terra alla cultura del pane, passando per la scelta delle sementi di grano, le tecniche di molitura, la selezione delle farine e delle modalità di impasto, lievito, cottura e conservazione.
Il tema dell’edizione 2019 è “Di pane e di terra”. Il pane, dunque, come tratto d’unione e trattato di pace, simbolo della “riuscita alleanza tra energie di natura e braccia umane”, da lasciare in consegna alle generazioni future. È il senso della réunion convocata sui monti del Gargano (una delle aree più incontaminate e naturali d’Italia) nella stagione della raccolta del grano, con l’intento di valorizzare la cultura della terra e del pane, attraverso la diffusione di buone pratiche nell’intero ciclo produttivo enucleate nel Manifesto.
La cena conclusiva della due giorni, apparecchiata a Masseria Paglicci la sera del 16 giugno dai grandi cuochi che aderiscono al movimento, sarà invece dedicata al “Panenutrice”, “un lemma di nuovo conio che speriamo entri nel linguaggio comune come la riscrittura dei modi di coltivazione del grano, della panificazione e del consumo del pane” – spiega Antonio Cera –, una parola che unisce in sé gli archetipi maschile e femmineo, immagine e simbolo di un ciclo vitale che parte dalla terra e feconda e innesca la vita, lievita ed evolve in un inconscio collettivo che va ben oltre l’individualità dell’agricoltore, del fornaio, del consumatore.
A cucinare saranno: Franco Aliberti (Tre Cristi, Milano), Corrado Assenza (Caffè Sicilia, Noto), Luca Lacalamita (LuLa, Trani), Riccardo Monco e Alessandro Della Tommasina (Enoteca Pinchiorri, Firenze), Errico Recanati (Ristorante Andreina, Loreto), Domingo Schingaro (Borgo Egnazia, Savelletri), Salvatore Vicari (Ristorante Vicari, Noto), Antonio Zaccardi (Pashà, Conversano), Antonio Lebano (Terrazza Gallia, Milano). E il ricavato sarà destinato alla creazione di laboratori del pane per i piccoli pazienti del reparto di Oncologia Pediatrica della Casa sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.
L’evento è aperto al pubblico e si svolge in due tempi. Il primo (il 15 giugno) nel piccolo comune di San Marco in Lamis, terra di pane e di acqua per naturale vocazione, dove che cuochi e panettieri in arrivo da tutt’Italia – ma anche dall’Olanda, dall’India e dall’America – invaderanno le strade del centro storico lavorando fianco a fianco per elaborare ricette a base di pane. A chiudere la giornata, la cena “L’atto magico”, dove duelleranno ai fornelli dieci chef e dieci fornai, tra cui Agostino Bartoli (Al Gatto Rosso, Taranto) con Catello Di Maio (Cesto – Spazio al pane, Torre del Greco), Vincenzo e Francesco Montaruli (Mezza Pagnotta, Ruvo di Puglia) con Giovanni Mineo (Crosta, Milano), Raffaele Vitale (Villa Raiano, San Michele di Serino – Avellino) con Sophia Ohligs (Forno Collettivo, Milano).
La seconda giornata avrà invece luogo a Masseria Paglicci (il 16 giugno), a Rignano Garganico, straordinario esempio di architettura rurale dove dimora una delle ultime mandrie di mucche podoliche custodite dall’allevatore Giuseppe Bramante.
L’evento prevede un denso programma di dibattiti, confronti fra cuochi e fornai sul pane e la panificazione, degustazioni di pane e piatti a base di pane, ma anche esplorazione dei luoghi intorno a San Marco (antichi mulini e masserie), passeggiate nordic walking e déjeuner sur l'herbe. Ma soprattutto indagine antropologica fra le pieghe delle attività volutamente concepite in una formula pop, con l’intento di trasmettere la cultura del pane buono come fatto consueto e quotidiano, privato e comunitario insieme.
www.granifuturi.com
Di Indira Fassioni