Più leggeri

Basta gonfiore: a tavola punta su alimenti non lievitati

Secondo i nutrizionisti evitare il consumo eccessivo di prodotti lievitati può aiutare nel prevenire fastidiosi disturbi: ecco quel che c'è da sapere

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Gonfiore, problemi intestinali, senso di pesantezza e aumento dell’appetito: questi sono solo alcuni dei sintomi che secondo gli esperti del settore alimentare possono segnalare un eccesso di lieviti nella propria dieta. In vista della prova costume, evitare sgradevoli disturbi e forme eccessivamente arrotondate, oltre a sentirsi più forti e pieni di energia si può: ecco come.

Lieviti: utili, ma sicuramente responsabili di molti disturbi se assunti in quantità eccessiva. Ecco perché un regime alimentare in grado di ridurne la quantità aiuta non solo chi soffre di particolari intolleranze o allergie, ma può regalare numerosi benefici in termini di salute e benessere.

Occorre tenere presente che i lieviti vengono utilizzati nei prodotti da forno, ma non solo: sono presenti infatti anche nel vino, nella birra e in alcuni formaggi che subiscono processi di fermentazione: ecco perché per la remise en forme limitare la quantità di questi cibi nella nostra alimentazione può essere davvero importante.

Secondo gli esperti nel campo dell’alimentazione, evitare il consumo eccessivo di lievito può scongiurare l’insorgere di problemi di salute come sindrome dell'intestino irritabile, disbiosi (una alterazione degli enzimi e della flora batterica intestinale), astenia, diarrea, meteorismo e mal di testa: sintomi fortunatamente transitori, perché qualora l'intolleranza ai lieviti venga accertata, è necessario eliminare i prodotti che li contengono così come quelli sottoposti a lievitazione non naturale, prediligendo cibi quali cereali e derivati, carni e pesce, frutta e verdura, proprio come suggerisce la dott.ssa Valentina Schirò, biologa nutrizionista specializzata in Scienza dell’Alimentazione.

È proprio per questo che un numero sempre maggiore di italiani guarda con curiosità ai cosiddetti cibi yeast free, ovvero senza lievito: secondo una recente indagine condotta da Vitavigor, storica azienda di grissini e prodotti da forno, su circa 1.300 persone tra i 18 e i 66 anni, ben 9 italiani su 10 infatti (quasi il 90%!) hanno ammesso di essere disposti ad acquistare prodotti senza lievito anche se non soffrono di alcuna patologia.

I motivi?
Per un terzo degli intervistati i prodotti senza lievito sono più buoni o comunque di maggiore qualità, per il 27,6% sono più leggeri o provocano comunque meno gonfiore, per il 24% sono indiscutibilmente più salutari, il 7,3% li compera per curiosità mentre per un altro 7,3% sono più digeribili.
Una scelta decisa e sempre più frequente, nonostante i prezzi dei prodotti yeast free siano più alti rispetto a quelli ordinari, come certificato da un’indagine dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori; del resto, la richiesta di prodotti senza lievito è sempre più importante e sta inducendo le aziende a proporre un maggior assortimento di prodotti in grado di soddisfare questa domanda. 

Ma non è tutto: secondo il dott. Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista presso l'Università Campus Biomedico di Roma, il successo dei prodotti non lievitati nasce dal fatto che ridurre alimenti come pane, pizza e dolci da forno spesso aiuta a diminuire i processi fermentativi intestinali, soprattutto in chi soffre di sindrome dell'intestino irritabile o di disbiosi. E poiché i carboidrati sono fondamentali per una sana alimentazione, i consumi si sono spostati sui derivati dei cereali non lievitati.

D'altra parte, i disturbi gastrointestinali possono comparire comunque soprattutto a causa di un consumo eccessivo di prodotti ad alto contenuto di lieviti: ecco perché diminuire le quantità fa bene alla salute.. e alla linea!