Dalle piaghe d'Egitto alle piaghe di Sardegna: dopo l'invasione di cavallette a Nuoro, gli agricoltori isolani sono stati messi in ginocchio da un'invasione di cornacchie che stanno devastando i raccolti. L'allarme è stato lanciato da Coldiretti e il presidente della sezione Oristano, Giovanni Murru, ha spiegato che "la mancanza di azioni di prevenzione ha portato i volatili a distruggere la produttività dei campi".
Dopo l'attacco delle api a Bologna e, subito dopo, l'invasione di cimici in tutta Italia, ora tocca quindi alla Sardegna che si trova a fronteggiare la minaccia dei corvi. In questo caso, però, il pericolo era stato già annunciato da diverso tempo.
Emanuele Spanò, direttore di Coldiretti Oristano, ha ricordato che "più volte in passato abbiamo denunciato come la problematica della fauna selvatica fosse ben lontana dall'essere risolta. Quello che sta accadendo nelle campagne oristanesi è la dimostrazione che non ci sbagliavamo. Siamo ancora in forte ritardo e non c'è traccia di attività per prevenire le incursioni dei volatili, evitando i gravissimi danni che stiamo subendo".
A pagare il prezzo di queste invasioni, quindi, sono gli agricoltori delle zone centrali della Sardegna: se in provincia di Nuoro le cavallette hanno portato migliaia di euro di perdite economiche, adesso la zona dell'Oristano sta vedendo compromessa una buona parte dei raccolti estivi e primaverili. Coldiretti, quindi, ha sollecitato "provvedimenti urgenti e azioni organiche di contrasto".