POLEMICHE PER LE PAROLE DEI DUE NEOMELODICI

"Realiti", insulti a Falcone e Borsellino: pm di Catania indaga sulla puntata | Il cantante Pandetta si scusa

Aperta un'inchiesta su quanto accaduto il 5 giugno durante il talk di Rai2 condotto da Enrico Lucci

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La Procura di Catania ha aperto un'inchiesta, al momento senza indagati, sull'ultima puntata della trasmissione "Realiti", andata in onda su Rai2. Titolare del fascicolo è il procuratore aggiunto Carmelo Petralia. Al centro dell'inchiesta le dichiarazioni sui giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino di due cantanti neomelodici: Leonardo Zappalà, presente in studio, e Niko Pandetta, nipote del boss ergastolano Salvatore Cappello.

COSA E' SUCCESSO DURANTE LA TRASMISSIONE - La prima puntata di "Realiti" è finita nella bufera per le dichiarazioni dei due cantanti neomelodici. "Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce ci deve piacere anche l’amaro", ha detto Zappalà, in arte Scarface, riferendosi a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, mentre veniva mandata in onda una grande immagine dei due giudici (accolta dagli applausi del pubblico).

Nel programma è stato raccontato il fenomeno degli interpreti neomelodici siciliani che cantano in napoletano. In un video mandato in onda veniva anche spiegata la storia di Niko Pandetta, detto Tritolo, nipote del boss Turi Cappello. Nella clip lo stesso Pandetta raccontava di aver finanziato il suo primo cd con una rapina. Dopo la trasmissione, in un video apparso sulla sua pagina Facebook, il cantante ha mostrato la sua pistola d'oro, minacciando il consigliere della Regione Campania Francesco Emilio Borrelli, che durante la puntata aveva criticato il messaggio dei neomelodici, descrivendo Pandetta come "un delinquente che inneggia alla mafia".

LE SCUSE DELLA RAI - "Quello che è avvenuto è inaccettabile e non può e non deve accadere". E' quanto afferma in una nota l'amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, a proposito dell'episodio avvenuto nel corso della prima puntata di "Realiti". "Abbiamo il dovere di essere garanti della legalità. In questo caso non lo siamo stati, chiediamo scusa ai parenti di Falcone e Borsellino, ai familiari di tutte le vittime della mafia e ai telespettatori. E' in corso un'istruttoria per stabilire le responsabilità".