Storie di Donne

Professione "Azdora": la gioia di custodire le tradizioni romagnole

Reggitrice della famiglia e depositaria dei segreti che rendono unica l’accoglienza in questo tratto d’Italia, sembra contrastare gli ideali femministi, ma non è così

di Raffaella Martinotti

Il suo nome, in dialetto romagnolo, significa “reggitrice”: l'azdora in effetti, nella società tradizionale di questo tratto della costiera adriatica era la matriarca, dalla quale dipendeva l’amministrazione della casa e della famiglia. Oggi le azdore non sono scomparse: hanno semmai cambiato pelle, trasformandosi in custodi attente e appassionate delle tradizioni gastronomiche di una regione che fa del buon mangiare e dell’ospitalità un vero culto. E anche in tempi in cui la donna fa di tutto per affrancarsi dal ruolo di massaia perfetta (e di casalinga disperata), il ruolo di questa reggistrice appassionata e attenta non viene meno, ma continua a riscuotere rispetto e deferenza. Tgcom24 ne ha incontrata una, Frida Vasini di Bellaria Igea Marina, non lontano da Rimini.

Innanzi tutto, chi non conosce il dialetto romagnolo deve sapere che adzora è il femminile di azdòr, che indicava il capofamiglia e il reggitore, colui che guidava il clan e ne garantiva il sostentamento. Alla azdora sua moglie, spettava il compito di amministrare la casa, guidare le altre donne della famiglia e gestire l’andamento economico quando il marito era fuori casa al lavoro, per lo più in mare per la pesca. Non si trattava solo di mandare avanti la casa e fare la spesa: era lei ad andare al molo e ricevere il pescato dalla barca del marito, occupandosi poi della vendita in paese e nei centri vicini, così come di accudire alle altre faccende domestiche e di occuparsi di vendere al mercato i diversi prodotti dell’orto e del pollame allevato. Con il ricovato di questi commerci faceva poi la spesa, acquistando quello che serviva alla famiglia. E’ normale dunque, che fosse anche la depositaria dei segreti del buon mangiare, necessario al sostentamento, ma anche alla gioia della famiglia.

Frida Vasini è una azdora di oggi, ritratto della cordialità e della solare gaiezza che si immaginano in una donna romagnola. Bionda, sorridente, materna e dalla contagiosa allegria, ha comunque un aspetto vezzoso e una femminilità evidenti nei capelli accuratamente in piega, in un po’ di trucco discreto e sapiente, nel grembiule civettuolo anche se, alla fine della mattinata, porta i segni dell’attività di cucina. Frida non rinuncia, mettendo a tavola i suoi ospiti, a intrattenersi con loro per qualche minuto tra una portata e l’altra, spiegando che cosa mette nei piatti e quali consuetudini ogni vivanda porti con sé.

Frida, chi è l’adzora moderna e che cosa fa?
Una volta la azdora aveva sulle spalle tutta l’amministrazione della casa e della famiglia: oggi per fortuna la vita è molto meno dura e le condizioni economiche sono meno difficili, ma una volta le adzore avevano davvero in mano l’economia della famiglia e anche quella dell’intero paese. Oggi la nostra ricchezza è il patrimonio di tradizioni e saperi, soprattutto quelli legati alla tradizione gastronomica della nostra terra. Sono segreti e ricette che in molti casi non sono mai stati messi per iscritto, e che quindi sono tutti affidati al ricordo e all’abilità delle donne. Si imparava dalla mamma o dalla nonna e si insegnava alle figlie o alle nuore e la tradizione continuava.

L’azdora gestiva l’economia della famiglia. Era lei a portare i pantaloni in casa?
Assolutamente no: il capo della casa era sempre il marito. E’ vero che l’azdora amministrava la casa e la mandava avanti e che il marito andava da lei per farsi dare i soldi se gli servivano per qualche spesa, ma lei non si permetteva di dirgli di no. Custodiva il denaro guadagnato e lo amministrava, ma il capo famiglia era sempre il marito. Lei poteva consigliare, indirizzare, esercitare la sua influenza, ma il ruolo del capo di casa non è mai stato messo in discussione.

Che cosa ami in particolare del tuo lavoro e del tuo ruolo?
La gioia più grande per me e la mia più bella soddisfazione è quella di accogliere le persone, di farle sentire a loro agio, anche se capita di riunire insieme persone che non si conoscono tra di loro.

E oggi che succede? Le ragazze sembrano non volerne più sapere di fornelli e angeli del focolare.
In realtà non è così vero. Non qui in Romagna per lo meno. Le ragazze sanno cucinare e lo fanno volentieri. Magari non lo fanno tutti i giorni: quando si ha fretta e c’è tanto lavoro da fare anche loro comprano i piatti pronti o scongelano i surgelati, ma sanno fare la pasta a mano e si divertono a prendere per la gola i loro mariti e fidanzati. Anche perché l’uomo romagnolo se lo aspetta. Il problema di oggi, semmai, è che le mamme sono molto sole: una volta c’erano le nonne, le zie, le sorelle che aiutavano con i bambini: oggi le famiglie giovani non hanno più questi aiuti e questo rende la vita più difficile.

Frida, tu hai un home restaurant e sei spesso invitata a cucinare per gruppi di persone anche fuori di casa tua. Che differenza c’è tra un’azdora e un personal chef?
Una differenza grande. Uno chef fa ricerca, sperimenta, inventa piatti nuovi. Noi custodiamo e tramandiamo saperi antichi, quelli che abbiamo imparato dalla mamma e dalla nonna. Non ho mai pensato di aprire un ristorante: accolgo le persone in casa mia e sono molto felice di questo.

Che succederebbe a un'azdora se dovesse trapiantarsi una grande città? Sarebbe spaesata?
(Frida ride di gusto) Non succede niente, l’azdora è flessibile, si trova bene anche in una metropoli e sa inventarsi un ruolo ed essere soddisfatta. (Ride ancora). Vorrei vedere piuttosto una donna di città che si trasferisce qui! Lei sì che potrebbe avere la vita difficile!

L’azdora è la regina della casa e quindi ce ne può essere una sola per famiglia. Come avviene il passaggio tra una generazione e l’altra?
Il testimone gira quando l’azdora non è più in grado di reggere "di testa" il suo ruolo. Ci sono adzore molto anziane che continuano a esercitare tutta la loro autorità anche se delegano qualche mansione alle altre donne della casa, un po’ come fa la Regina Elisabetta di Inghilterra. Quando non ce la fa più con la testa e viene il momento, diventa azdora la moglie del primo figlio maschio.

Dicevi prima che una ragazza che non sa cucinare il Romagna ha la vita dura. Che abilità vorresti che avesse la fidanzata di tuo figlio?
Una sola: deve saperlo amare. Tutto il resto verrà da sé.