Si intitola "La Tenerezza 93" il nuovo singolo di Riccardo Fogli. Un inedito scritto alcuni anni fa, prima della reunion dei Pooh, ma che solo ora è stato inciso e pubblicato. Un brano scritto con emozione da un padre all'indirizzo di un figlio che vede crescere. "Sono teneri pensieri di un padre che vuole aiutare il figlio a crescere ma vuole farlo senza essere invadente" spiega lui.
"La Tenerezza 93" è il primo singolo inedito di Fogli da "Romanzo", il brano portato al Festival di Sanremo nel 1996. E' una canzone dal significato particolare, molto personale e intimo. Che ha richiesto qualche anno per poter vedere la luce. "Prima della reunion con Nicola Greco, chitarrista amico da tanti anni, ci vedevamo nel tempo libero e scrivevamo qualcosa - spiega Fogli -. Poi è arrivato l'uragano Pooh e mi sono dedicato alla reunion. Poi sono arrivati il progetto con Facchinetti e l'Isola dei Famosi e le canzoni sono rimaste lì".
Quando hai deciso di ritirarle fuori?
Qualche mese fa con il mio discografico, Marco Rossi dell'Azzurra Music, ci siamo messi a sentire un po' di cose e questa canzone ha toccato tutti. L'ho scritta in anni in cui facevo delle lunghe tournée e mio figlio aveva 19 anni, aveva appena finito il liceo e doveva iscriversi all'università. Per quanto tu possa parlare con tuo figlio è molto facile diventare invadenti così come è facile spingerli per una strada che non amano e finiscono per accontentarsi. Per non parlare di quanto si finisca per paragonare i propri tempi ai loro. Bisogna stare vicini ma in punta di piedi.
Nella canzone però chiedi scusa per le tue promesse non mantenute. Quali sono i tuoi rimpianti?
Quello che poteva andar meglio salta agli occhi soprattutto oggi. Io avevo questo disagio nei confronti di mio figlio già dieci anni fa. Lui doveva ancora decidere cosa fare da grande ma di fatto grande lo era già. Io dovevo stare attento a mordermi la lingua. Non avevo diritto di dirgli che lui era fortunato a studiare perché alla sua età lavoravo in fabbrica. Oggi bisogna aiutare il proprio figlio raccontando la vita.
La tua vita, con tutte le esperienze che hai fatto, è stato un ostacolo tra voi due?
Lui mi diceva: "Eh papà tu parli bene, voi suonavate, poi c'erano le discoteche, le ragazzine, avevate le macchinone a vent'anni". Chiaro che siamo stati fortunati ma abbiamo anche fatto una vita dura, piena di sacrifici. Ci siamo sparati due milioni di chilometri, sempre in giro. E' complicato dare dei consigli ai figli e io mi sono sentito in colpa con lui. Anche adesso...
Per cosa ti senti in colpa adesso?
Quando fa i turni di notte e lo sento rientrare alle sei del mattino (vivono su piani diversi della stessa casa - ndr) mi chiedo dove ho sbagliato. In realtà so di non avere sbagliato perché lui fa quello che ama, è felice del suo lavoro.
Quanto è difficile per un artista gestire la carriera e la famiglia?
Non vorrei parlare a nome di tutti i musicisti ma le nostre vite si sfasciano, così come le nostre famiglie. Le aspettative si scontrano con la realtà. Tu sposi una donna, nascono i figli. Lei sta a casa ad aspettarti e tu, anche se per fortuna non è il mio caso, può capitare che fai lo scemo in giro. La scuola dei Pooh è stata una scuola buona, tutta Democrazia cristiana e talento. Eravamo educati, puntuali. Ma questo non ti mette al riparo dalle difficoltà di quel mestiere.
Oltre a questo brano al momento stai lavorando su altro?
Certo, però c'è un fatto di cui bisogna prendere atto. Dei dischi nuovi di Riccardo Fogli oggi come oggi gliene frega a pochi, soprattutto alle radio. Con me sono molto gentili, quando entro in contatto con qualche radio mi riempiono di complimenti perché il loro padre o il loro nonno mi ascoltava... Sono complimenti che mi prendo molto volentieri, sono iniezioni di energia, ma devo essere consapevole di come è la situazione oggi.
In realtà oggi i dischi li vendono pochi un po' tutti. Il che rende più drammatico il blocco delle attività dal vivo...
Io musica nuova continuerò a farla senza illudermi. Però quando abbiamo fatto la rivisitazione di "Mondo", una canzone del 1976, abbiamo stampato il singolo in 800 copie firmate uniche, e sono andate tutte esaurite, così come la ristampa. Per "La Tenerezza 93", di cui abbiamo stampato il 45 giro che sul lato B ha la versione della canzone solo piano e voce, ne abbiamo fatte meno perché sappiamo che la rivisitazione di un pezzo storico ha la strada più facilitata.
Parlando di attività dal vivo, come hai vissuto il blocco dell'ultimo anno?
La situazione è disastrosa perché è un anno che non si suona. Adesso si parla di riaperture ma si parla di teatro, di musei... quelli di una certa generazione, di una certa età come me, vivevano di feste popolari, in quei paesi meravigliosi, sotto le stelle, con il profumo di salsiccia, con tutta la gente sotto il palco che canta le tue canzoni e che poi viene a farsi una foto con te e a stringerti la mano...
Si parla della possibilità di fare degli eventi a capienza limitata all'aperto.
In certi paesi negli ultimi anni facevano la raccolta fondi e mettevano delle transenne all'interno delle quali trovavano posto qualche centinaio di persone che avevano contribuito in qualche modo e fuori da quelle tutti gli altri che poi, alla fine travolgevano tutto. Vedremo.
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