Un ragazzo di 15 anni, Maxwell Osei, è morto a causa di un tuffo nelle acque del lago di Como per festeggiare la fine della scuola con un gruppo di compagni. Il ragazzo, originario del Ghana, si è buttato da un pontile davanti a Villa Geno e non è più riemerso. E' stato necessario l'intervento dei sommozzatori dei vigili del fuoco e poi la rianimazione dei soccorritori, che lo hanno trasferito in elicottero all'ospedale di Bergamo. Ma dopo poco è spirato.
Non è chiaro se i ragazzi fossero consapevoli del rischio: lì il lago è già profondo una decina di metri e non è detto che tutti se ne siano resi conto. Fatto sta che dopo essere saliti sul pontile per l'attracco dei motoscafi, i giovani si sono buttati in acqua, ancora fredda in questa stagione dal clima anomalo. Ma il ragazzino di origine ghanese non è più riemerso. Sono stati i compagni a lanciare l'allarme e a chiamare i soccorsi.
A Como vige il divieto di balneazione in tutta la città, ad eccezione dell'area in concessione al lido, dove c'è un servizio di sorveglianza. Al di là dei problemi di inquinamento, le acque del lago sono pericolose, anche se apparentemente tranquille e innocue, e non esistono spiagge o fondali bassi: il fondali del lago scendono subito, dieci metri e poi oltre. Il rischio, insomma, è altissimo. Specialmente a Villa Geno, dove il pontile che viene utilizzato per l'attracco dei motoscafi al vicino ristorante è, a disposizione.
Raggiungerlo è facilissimo, basta scavalcare un cancelletto. Ma quel tratto di lago è di fatto bandito alla balneazione e ci sono chiari cartelli di pericolo a indicare il divieto e la pericolosità. Un pontile maledetto. Negli ultimi due anni sono stati tre le persone annegate proprio nelle acque antistanti il pontile, tutte vittime giovanissime.