Siamo nel cuore della Toscana, in provincia di Firenze: le strade del Borgo Medievale di Castelfalfi, le terrazze del Castello, il Parco Mediceo, il giardino dell’Hotel Il Castelfalfi e le Cantine del Castello, riaperte al pubblico dopo decenni di chiusura e abbandono e tornate all’antico splendore, sono il suggestivo scenario che ospita l’esposizione d’arte GEA. Le sculture dell’artista Franco Mauro Franchi, un inno alla vita e alla rinascita attraverso le forme femminili, sono esposte al pubblico fino al 6 gennaio 2020. La mostra offre anche una splendida occasione per scoprire un lembo incantato di Toscana, con i suoi incantevoli scenari.
La mostra, progettata da Alberto Bartalini e curata da Filippo Lotti, propone un vero e proprio viaggio nel tempo: Gea è infatti, nella religione e nella mitologia greca, la dea primordiale, la potenza divina della Madre Terra all’origine del mondo, simbolo della natura e dell’elemento femminile, portatrice di vita. L’ambientazione delle sculture si carica di significati particolari nello scenario suggestivo della Toscana, una terra che da sempre è luogo di storia e di tradizioni, e crocevia di culture antiche.
L’opera scultorea e pittorica di Franchi non vuole esprimere la bellezza come perfezione estetica: l’universo interessato è piuttosto quello del mito, del simbolo, come veicolo di emozioni, portatore del tempo e della storia. Nelle loro grandi proporzioni, nelle loro posture intrecciate, tra misteriose e avvolgenti deformazioni anatomiche, queste opere celebrano la rigenerazione e la vita: la stessa che oggi torna a Castelfalfi, un luogo che ha subito un abbandono di decenni e che torna a nuova vita dopo aver scongiurato il rischio di rimanere lontano dalla vista e dalla memoria.
Nelle sculture di Franchi passato e futuro vivono in stretta simbiosi: la tecnologia incontra felicemente la tradizione, poiché accanto alle sculture ed alle pitture si possono ammirare tre intensi affreschi digitali tratti dai disegni preparatori. A completare l’esposizione c’è anche “TIME”, un’installazione multimediale di Irene Franchi, che attraverso un’affascinante opera audiovisiva celebra l’inesorabile scorrere del tempo e il cambiamento inarrestabile della forma.
Oltre agli spazi del Borgo e del resort “Il Castelfalfi”, la mostra invade anche un altro luogo suggestivo, rimasto nascosto per decenni: le Cantine del Castello. Le loro mura secolari negli ultimi cento anni hanno ospitato prigioni, cantine di pregiato vino toscano, e addirittura sono state set per alcune scene del film Pinocchio di Roberto Benigni, di cui ancora si può ammirare parte della scenografia. Le cantine sono state di recente recuperate grazie a un’importante opera di restauro.
Informazioni: www.castelfalfi.com.