SALTA L'ACCORDO

Fca-Renault, saltano le trattative: Fiat Chrysler ritira la proposta di fusione

Fca: "In Francia non ci sono le condizioni politiche". Il ministro francese Darmanin: "Non bisogna chiudere la porta"

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Fca ha ritirato "con effetto immediato" la sua proposta di fusione con il gruppo Renault. Saltano così le nozze tra Fiat Chrysler e i francesi. La decisione è stata presa dopo il nuovo rinvio chiesto dal board della casa francese per il pressing di Parigi. Secondo Fca, le condizioni politiche attuali in Francia non consentono l'operazione. E Renault ammette: "Nessuna decisione a causa dei rappresentanti dello Stato francese".

Ministro francese: "Le trattative potrebbero riprendere" - Dopo la brusca frenata del negoziato in corso è intervenuto per il ministro francese per i Conti pubblici Gérald Darmanin che, a France Info, ha dichiarato che le trattative "potrebbero riprendere nei prossimi tempi, vedremo. Non bisogna chiudere la porta, bisogna continuare a lavorare. Sono molto contento che ci sia un'industria un po' patriottica che faccia attenzione agli interessi francesi".

Fca: "Le condizioni politiche in Francia non consentono l'operazione" - In precedenza, Fiat Chrysler Automobiles aveva espresso così in una note le motivazioni dello stop: "Fca continua a essere fermamente convinta della stringente logica evolutiva di una proposta che ha ricevuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui è stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciate al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti. E' tuttavia divenuto chiaro che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo". "Fca continuerà a perseguire i propri obiettivi implementando la propria strategia indipendente".

Poco prima Renault aveva fatto sapere che "il Cda non è stato in grado di prendere una decisione a causa dell'auspicio espresso dai rappresentanti dello Stato francese di rinviare il voto ad un consiglio ulteriore". Il governo francese, che detiene una partecipazione del 15% in Renault, si era detto favorevole alla fusione ma aveva allo stesso tempo espresso una serie di condizioni per dare il suo via libera all'operazione.

In particolare Parigi chiedeva garanzie sulla governance, sulla sede della newco, sul futuro degli stabilimenti francesi e dei suoi lavoratori pressato anche dal sindacato CGT che si è detto contrario alla fusione. Secondo il Wall Street Journal, inoltre, due rappresentanti di Nissan nel consiglio di amministrazione di Renault avrebbero ritirato l'appoggio alla proposta di fusione, alimentando i dubbi sull'impegno di Nissan a salvaguardare l'alleanza con Renault se la fusione andasse avanti.

Le discussioni con la Renault sono crollate a causa di una "posizione improvvisa e incomprensibile di Bercy", riferiscono invece fonti vicino a Fca citate dall'agenzia Afp. - "Tutte le condizioni sono state soddisfatte per ottenere un voto positivo" del consiglio di amministrazione di Renault, ha assicurato questa fonte all'Afp a condizione di anonimato, deplorando "le ulteriori condizioni poste dal governo francese" durante queste discussioni che sono fallite nella notte tra mercoledì e giovedì.