"PUR CERTI DEL NOSTRO OPERATO"

Bufera tra le Procure, Csm: quattro consiglieri si autosospendono | Ermini: "Riscatto o saremo perduti"

Lunedì è salito al Quirinale il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Il pm Luca Palamara dopo l'apertura del fascicolo per corruzione a suo carico: "Non è questa la strada per incastrarmi"

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Continua la pioggia di autosospensioni di consiglieri del Csm coinvolti nella bufera seguita all'inchiesta di Perugia che vede indagato per corruzione l'ex presidente Anm, Luca Palamara. Gli ultimi due sono quelli del presidente della Commissione Direttivi Gianlugi Morlini (Unicost) e del consigliere Paolo Criscuoli, che si aggiungono a Corrado Cartoni e Antonio Lepre. Il vicepresidente del Csm David Ermini: "Serve riscatto o saremo perduti".

Continua dunque a imperversare la bufera scatenatasi sulla magistratura italiana dopo la vicenda procure che ha coinvolto diversi magistrati, a partire da Luca Palamara, ex presidente dell'Anm e uomo forte di Unicost (la corrente centrista delle toghe) coinvolto nell'inchiesta di Perugia per presunta corruzione. Lunedì è salito al Quirinale il vicepresidente del Csm, David Ermini.

Palamara: "Non è la strada giusta per incastrarmi" - "Non è questa la strada giusta per cercare di incastrarmi", ha sottolineato Palamara, autosospeso dall'Anm dopo che i colleghi di Perugia hanno aperto un fascicolo di indagine a suo carico per corruzione. "Questa storia è surreale, devo rispondere di cose di cui non so nulla. Se avessi fatto qualcosa che avrei dovuto temere, sarei preoccupato. Adesso dobbiamo recuperare la credibilità della magistratura", ha aggiunto.

Ermini (vicepresidente Csm): "Riscatto o saremo perduti" - "Siamo di fronte a un passaggio delicato: o sapremo riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi o saremo perduti". Lo ha detto il vicepresidente del Csm, David Ermini, aprendo il plenum straordinario, convocato dopo la bufera seguita all'indagine della Procura di Perugia che vede indagato per corruzione l'ex presidente dell'Anm, Luca Palamara.

Le dimissioni di Luigi Spina - Il plenum del Csm deve prendere atto delle dimissioni del consigliere del Csm Luigi Spina, capogruppo di Unicost indagato a Perugia per favoreggiamento personale e rivelazione di segreto d'ufficio, dimessosi venerdì da Palazzo dei Marescialli. Spina dovrà tornare a fare il pm a Castrovillari: la proposta della Commissione verrà formalizzata con tanto di sostituzione già individuata per quanto riguarda i suoi incarichi.

Verso la riunione dell'Anm - Al lavoro serrato a Palazzo dei Marescialli si aggiungono le fibrillazioni che si registrano nell'Anm, che si riunirà mercoledì con all'ordine del giorno proprio la vicenda Palamara, con l'attivazione dei probiviri. Con posizioni contrastanti ai vertici dell'Associazione dei magistrati. Il vicepresidente Luca Poniz (Area) ha preso le distanze da quanto affermato dal leader del sindacato delle toghe, Pasquale Grasso, sulla necessità di un "esame di coscienza" e di "trasparenza", ma ha anche declinato come "fisiologici" i contatti con la politica: "Ritengo sia un problema di limiti, e di opportuna e doverosa autolimitazione delle condotte".

"I consiglieri del Csm si dimettano" - Di parere diverso Poniz, che ha controreplicato: "L'intervista di Grasso vede molti di noi su posizioni radicalmente diverse, perché esclude che vi sia uno scandalo nei fatti accaduti". E ha parlato di relazioni che al contrario "fanno scandalo". Nel dibattito interno al sindacato dei magistrati bisogna registrare anche la dura presa di posizione dell'Anm milanese: le dimissioni dei consiglieri del Csm "che sono o dovessero risultare coinvolti" nell'indagine di Perugia sono state chieste "con forza" al termine di una riunione con altissima partecipazione. In una nota, l'Anm milanese ha parlato di vicende di "inaudita gravità" che hanno fatto "emergere l'esistenza di una questione morale nella magistratura".

Cambio di passo - Secondo Pasquale Grasso, per uscire dal quadro emerso dall'inchiesta di Perugia serve ora un "cambio di passo" sulle nomine che restituisca "una vera centralità" al Csm. Un progetto di cui l'Anm si farà "promotrice" e che si muoverà su due filoni: vincolare Palazzo dei Marescialli a rispettare rigidamente il calendario delle scoperture e rendere realmente a termine le esperienze al vertice degli uffici direttivi, evitando che un magistrato passi da un incarico all'altro.