La politica italiana è "complicata: non la capisco, devo studiare". Così Papa Francesco "dribbla" simpaticamente la domanda sull'utilizzo dei simboli religiosi nella campagna elettorale, sottolineando che "nessuno del governo, eccetto il premier Giuseppe Conte, ha chiesto di incontrarmi", con esplicito riferimento a Matteo Salvini. Il presidente del Consiglio è "un uomo intelligente, un professore, sa di cosa parla", ha affermato Bergoglio.
Di ritorno dalla Romania, Bergoglio ha parlato anche di Europa: "Pregate per l'Europa se siete credenti e ai non credenti dico: auguratevi buona volontà e il desiderio che l'Europa torni ad essere il sogno dei padri fondatori".
La politica in generale non fa però il bene della gente "quando semina odio e paure", ha aggiunto il Papa sottolineando anche che "la malattia della politica è la corruzione", un problema "universale". "Non fatemi dire domani che la politica italiana è corrotta, no", il rischio riguarda tutti e "non fatemi dire cose che non dico", ha ribadito.
Il Pontefice, sul volo che lo ha riportato in Vaticano, ha risposto a tutto campo. E' tornato sulla questione dei migranti, avendo appena lasciato la Romania che vive sulla pelle questo problema da anni. E ha evidenziato che i romeni, e gli immigrati in generale, lasciano il loro Paese "non per turismo, ma per necessità". Ed è qui che ha pronunciato, per la prima volta in questo viaggio in un Paese dell'ex "Cortina di ferro", anche la parola "comunismo" per figurare ciò che è successo all'economia della Romania dopo la caduta del regime. "Serve un appello per la solidarietà mondiale", ha proseguito.
Parlando dei rapporti tra cattolici e ortodossi, ha definito più i "suoi", i cattolici appunto, "a volte chiusi, intransigenti" ma bisogna "camminare insieme", ha ribadito riprendendo il tema del viaggio apostolico nel Paese dell'Europa dell'Est. Nella giornata delle Comunicazioni sociali, ha fatto gli auguri ai giornalisti chiedendo loro di "essere testimoni della comunicazione. Un po' meno di contatti e un po' più di comunicazione".
Infine Bergoglio è tornato a parlare con grande affetto di Benedetto XVI. "Ogni volta che vado a trovarlo lo sento così", come un nonno, "gli prendo la mano e lo faccio parlare. Lui parla poco e adagio, ma parla sempre. Il problema di Benedetto sono le ginocchia, non la testa. E' lucidissimo. Con lui mi sento forte, sento il succo delle radici e che la tradizione della Chiesa non e' una cosa da museo ma un succo per crescere", ha aggiunto Papa Francesco spazzando via con queste parole tutte le polemiche sul documento del Papa emerito sulla pedofilia che, secondo alcuni osservatori, non era totalmente in linea con le scelte di Bergoglio.