Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha chiuso al Nord (prima Genova e poi Milano) la campagna elettorale per le europee di domenica. Zingaretti chiama a raccolta tutto il popolo di centrosinistra, non solo il suo elettorato, perché "se l'Europa dei prossimi 5 anni scegliesse di tornare indietro, se puntasse di nuovo alla disgregazione, ai nazionalismi, se cancellasse il nome di chi ha creato il sogno europeo, Altiero Spinelli, sarebbe drammatico".
Per il segretario del Pd tornare ai nazionalismi significherebbe che "i ventenni di oggi si troveranno a vivere da soli in Europa, che sarà un satellite di una superpotenza mondiale". Ovviamente i colpi più duri li riserva alle due forze su cui si regge la maggioranza, rivolgendosi però a chi domenica 26 maggio andrà alle urne. "Chi vota per il Movimento 5 Stelle, decide di tenersi Matteo Salvini ministro dell'Interno per altri 4 anni", dice dal palco dell'Arco della Pace, a Milano. Mentre sulla Lega è ancora più tranchant, pur senza mai citare gli avversari: "Personaggi inquietanti come Putin vogliono far saltare l'Europa e non so perché chi governa l'Italia ha gli stessi obiettivi di queste persone".
Sul palco con Zingaretti c'era anche Frans Timmermans, fresco di vittoria dei laburisti in Olanda e in corsa per la presidenza della Commissione Ue per il Pse. E di certo non lesina stoccate ai competitor del Partito democratico in Italia: "Non si governa un Paese facendo campagna elettorale". Per questo rush finale Zingaretti incassa anche la 'benedizione' di uno dei padri fondatori del Pd, Romano Prodi. L'ex premier spende parole al miele per il nuovo leader: "Ha riaccorpato il partito, cosa che era indispensabile. Poi dopo le elezioni, se avrà, come io penso, un risultato positivo, potrà produrre il rinnovamento".
In questi ultimi giorni e' tornato in campo, con forza, anche Matteo Renzi. Dopo gli incontri di Milano (con Carlo Calenda e Irene Tinagli) e Roma (con Simona Bonafe' e Nicola Danti), il senatore dem fa la sua parte attraverso i social network, commentando le dimissioni da premier di Theresa May. "Hanno vinto un referendum nel 2016 dicendo bugie e inquinando la campagna con le fake news. Dovevano rivoluzionare tutto e tre anni dopo il Paese è fermo, in crisi, senza futuro - scrive -. Puoi vincere un referendum con le menzogne ma poi il conto lo paga soprattutto la povera gente. Naturalmente sto parlando del Regno Unito".