Ultime schermaglie elettorali prima del silenzio in vista del voto europeo di domenica. M5s e Lega, a cominciare dai rispettivi leader si sono punzecchiati con parole polemiche, smentendo tuttavia l'intenzione di porre fine all'esperienza di governo dopo le urne, che anzi il premier Giuseppe Conte ha rilanciato. La fine dell'esecutivo è indicata invece come obiettivo dai principali partiti di opposizione, Pd, Fi e Fdi, pur con motivazioni diverse.
A movimentare un po' la vigilia sono arrivati i primi dati delle urne in Olanda, dove si è votato giovedì e dove il partito sovranista è crollato mentre hanno ottenuto una buona performance i laburisti di Frans Timmermanns, candidato socialista alla guida della Commissione Ue, che ha chiuso la campagna proprio in Italia, a Milano, con Nicola Zingaretti, che con tutto il Pd ha evocato una riscossa socialista in Europa.
In una serie di interventi in Tv o in comizi, Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno incrociato i fioretti sui temi su cui da giorni si scontrano: "Capisco che Di Maio sia nervoso - ha detto il leader della Lega - i sondaggi dicono che M5s ha qualche problemino e la Lega è forte, ma non ho tempo per polemiche e insulti". "Sono settimane che Salvini continua a fare la vittima - ha replicato Di Maio - dicendo che lo insulto, mentre sono i suoi a minacciare la crisi di governo ogni giorno. Mi auguro che da lunedì i leghisti si mettano a lavorare di più; dicono che si devono sbloccare le opere e poi si mettono con le braccia incrociate, come fossero l'opposizione". Tuttavia entrambi hanno escluso crisi di governo post elettorali: "fantasie" ha tagliato corto il ministro dell'Interno; "Io non ho intenzione di parlare di poltrone da lunedi'" ha replicato il ministro dello Sviluppo economico. Anche Giancarlo Giorgetti, ha escluso che la Lega possa chiedere un rimpasto di governo.
Il premier Conte, nonostante il clima teso, ha rilanciato l'azione di governo: "Da lunedì l'Italia sarà chiamata a essere protagonista di una nuova grande stagione europea, che si annuncia fortemente riformatrice. Abbiamo piena consapevolezza del nostro ruolo e dei nostri obiettivi". A tifare per una crisi innestata dalle urne sono invece Fi e Fdi, che auspicano che la Lega abbandoni di M5s, per tornare al centrodestra. Sia Silvio Berlusconi che Giorgia Meloni hanno invitato gli elettori di centrodestra a votare i loro partiti a scapito della Lega, come chiave per far cadere l'esecutivo. E se ciò avvenisse realmente, l'eventuale forbice di consensi tra il partito di Salvini e M5s sarebbe contenuta, rendendo meno probabile il rischio di crisi. E, almeno a parole, il ministro dell'Interno gela le aspettative di Fi e Fdi: "Non ho nessuna nostalgia del passato, non guardo indietro. Con FI amministriamo magnificamente in molti comuni" ma "non ci sarà nessuna operazione di Palazzo". Anche perché Berlusconi evoca una coalizione in cui Fi sia "la spina dorsale" che esprime il premier, cioè Antonio Tajani a danno di Salvini.
Che dalle urne possa emergere un risultato che metta in crisi il governo se lo augura anche il Pd, galvanizzato dai dati giunti dal primo Paese in cui si è votato, l'Olanda: il primo partito sono i laburisti di Timmermans, in comizio all'Arco della Pace a Milano con Zingaretti. Mentre il partito di Wim Wilders, anch'egli a Milano ma con Salvini sabato scorso, è crollato e non prenderà un solo eurodeputato. Dopo la vittoria del Psoe in Spagna due settimane fa, in casa Dem, da Paolo Gentiloni fino al Zingaretti si parla di una riscossa a livello continentale. I dati olandesi, ha detto Carlo Calenda, sono un "segnale incoraggiante e fanno vedere che populisti e sovranisti in Europa non conteranno assolutamente nulla". Concetti affermati anche da Emma Bonino, per la quale i voti a +Europa, che aderisce all'Alde, saranno davvero decisivi per i futuri equilibri europei. "Ogni deputato eletto di La Sinistra è un deputato in meno per le destre" ha sostenuto Nicola Fratoianni de La Sinistra.