La Procura di Genova ha aperto due inchieste a seguito degli scontri di giovedì tra manifestanti antifascisti e polizia. Un'indagine riguarda i dimostranti e le ipotesi di reato sono resistenza, danneggiamento e lancio di oggetti pericolosi; mentre l'altra ha nel mirino un gruppo di agenti che ha pestato il giornalista di Repubblica Stefano Origone rompendogli due dita, una costola e provocandogli altre lesioni.
Questura: "Collaborazione con l'autorità giudiziaria" - "In riferimento a tutti gli eventi connessi alla manifestazione, la questura di Genova ha trasmesso tutte le informazioni utili all'autorità giudiziaria, restando a disposizione per soddisfare eventuali deleghe o approfondimenti inerenti qualsiasi aspetto connesso alle vicende che hanno connotato l'evento, in uno spirito di assoluta collaborazione e trasparenza". Lo ha reso noto in una nota la questura di Genova.
Il questore Vincenzo Ciarambino già giovedì sera ha fatto visita in ospedale al reporter ferito: "Ho chiesto scusa. E' successo in una fase confusa, mentre stavamo arrestando uno che aveva partecipato ai disordini. In quel frangente una ventina di manifestanti stavano scendendo dalla scalinata per liberare l'ostaggio".
La situazione si è riscaldata quando, davanti allo striscione "Genova antifascista", si è aperto un varco tra i cellulari delle forze dell'ordine posizionati dietro le grate. In quel momento un gruppo di contestatori ha provato a sfondare e i poliziotti hanno risposto a colpi di manganello. Sono volate bottiglie e petardi, e il presidio è stato respinto con i fumogeni, sparati anche ad altezza uomo. Quando si è diffusa la notizia dei due fermati, il corteo si è mosso verso la questura chiedendo la loro liberazione, per poi sciogliersi.
Questore: "Ci hanno tirato di tutto" - "La polizia come al solito ha consentito l'esercizio dei diritti della democrazia soprattutto in una fase di campagna elettorale. Avete visto tutti quello che è successo", ha spiegato il questore Ciarambino poco dopo gli scontri. "Ci è stato tirato di tutto addosso: da fumogeni a biglie, bastoni, pietre e quant'altro. Non abbiamo reagito. Abbiamo atteso con pazienza Poi abbiamo eseguito un'operazione di alleggerimento e con i reparti abbiamo aperto una manovra semicircolare per liberare la piazza".
Obbligo di firma per due arrestati - Il giudice Massimo Deplano intanto ha disposto l'obbligo di firma per i due genovesi di 51 e 32 anni arrestati durante gli scontri. I reati ipotizzati erano inizialmente resistenza e lesioni a pubblico ufficiale in concorso, in particolare perché nel corso dell'arresto hanno fatto cadere un agente, derubricati adesso in lesioni semplici. Il provvedimento è stato disposto fino alla prossima udienza, fissata al 19 luglio. L'arresto è stato convalidato e sono stati revocati gli arresti domiciliari concessi dal pm.