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A che età i ragazzi lasciano la casa dei genitori? I dati in Europa | Guarda la nuova puntata di "Insieme/Juntos"

Sabato 25 maggio è andato in onda il programma di Tgcom24 incentrato sullʼEuropa e sulle sue nuove sfide

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I cosiddetti "bamboccioni", i giovani che lasciano tardi la casa dei genitori, sono i protagonisti della nuova puntata di "Insieme/Juntos", il settimanale di Tgcom24. In Europa la situazione è molto eterogenea. Fanalino di coda è la Slovacchia, dove solo a 32 anni si inizia la vita da soli. Anche l'Italia non brilla: nel nostro Paese la media è di 30 anni. Il viaggio di Alessandra Viero e Ana Núñez-Milara parte dalla Danimarca, dove invece la casa dei genitori si lascia a circa 20 anni.

In Danimarca esiste uno "stipendio di stato" per chi studia. Un aiuto che invoglia i giovani a lasciare la casa dei genitori. "Forse l'hanno creato per spingere i ragazzi ad andare via di casa e a essere più indipendenti", spiega Riccardo Zanetti, ingegnere applicativo che ha studiato a Copenaghen.  

Ben diversa la situazione in Italia, dove un ragazzo mediamente se ne va di casa a 30 anni, un divario di ben 10 anni anni rispetto alla Danimarca. Perché? Conta la cultura, ma anche l'indipendenza finanziaria, che nel nostro Paese arriva molto più tardi. E' il caso di Luca, 30 anni. Il giovane vive a casa dei genitori perché senza lavoro, ma la voglia di indipendenza è grande.

Nel nostro Paese sono tanti i giovani come Luca: secondo i dati Eurostat il 66,4% dei ragazzi tra i 18 e i 34 anni si trova nella sua stessa situazione. "Questi bamboccioni trascorrono i migliori anni della loro vita con mamma e papà", dice Sarah Viola, psicologa e psicoterapeuta. "Penso che i ragazzi che vivono con i loro genitori lo facciano più per necessità che per un fattore di comfort", spiega invece Matteo, 25enne romano. Il ragazzo lavora da un anno e mezzo, ma con il suo stipendio non riesce a pagare un affitto e a mantenersi. Per questo vive ancora con i genitori. 

Anche in Spagna si lascia tardi la casa dei genitori: a circa 29 anni, tre in più rispetto alla media europea. Anche in questo caso contano le ragioni strutturali: il 56% dei ragazzi ha un lavoro temporaneo. "Ci ho provato", "E' molto dura", "E' sempre più difficile", "E' impossibile: se lavori per 300/400 euro non puoi andare a vivere da solo", spiegano i giovani spagnoli ai microfoni di "Insieme/Juntos". La precarietà lavorativa e la disoccupazione spiegano dunque in parte questo ritardo. A tutto questo bisogna sommare i prezzi altissimi delle abitazioni e la mancanza di aiuti, nonché un fattore culturale. "Qui siamo più attaccati alla famiglia che in altri posti", spiega una ragazza.

Il programma settimanale è frutto di una collaborazione con Mediaset Spagna ed è realizzato in partnership con il Parlamento Europeo.

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