La premier britannica Theresa May ha annunciato che si dimetterà il 7 giugno. Stando a quanto riferito da fonti di governo alla Bbc, May dovrebbe anche fissare un calendario per l'avvio delle procedure di nomina del suo successore, probabilmente il prossimo 10 giugno, dopo la visita nel Regno Unito del presidente americano Donald Trump, prevista il 3 giugno. Ha poi concluso in lacrime: "Ho servito il Paese che amo".
"Grande rammarico non aver attuato la Brexit" - "Per me è questione di grande rammarico, e lo resterà sempre, il fatto di non essere stata in grado di portare a termine la Brexit", ha ricordato la May, sottolineando che spetterà ora al nuovo leader il compito di trovare un consenso in grado di portare a termine l'uscita dall'Ue. "Si può fare solo se le parti sono disposte a trovare compromessi. Ho fatto il possibile per convincere i deputati a sostenere quell'accordo ma purtroppo non sono stata capace di farlo. Ho provato a farlo tre volte. Credo sia stato giusto perseverare", ha dichiarato.
Prima di tornare nei suoi uffici di Downing Street, la May si è anche detta orgogliosa di essere stata la seconda leader donna del Regno Unito dopo Margaret Thatcher. Dopo l'annuncio, in una nota, il presidente del Partito Conservatore e i vertici del Comitato 1922, organo esecutivo del gruppo parlamentare, hanno fissato i tempi per l'elezione del successore di Theresa May come leader Tory e a seguire come primo ministro, assicurando che la Gran Bretagna avrà un nuovo premier entro la data del recesso estivo del Parlamento, fissata secondo il calendario di Westminster per il 24 luglio.
Corbyn: "Giuste le dimissioni, ora si voti" - Jeremy Corbyn, che ha accolto come una scelta giusta e inevitabile l'annuncio delle dimissioni, non crede che un nuovo leader Tory possa fare meglio e torna perciò a invocare elezioni anticipate. "La premier - ha commentato il leader dell'opposizione laburista - ha ammesso ciò che il Paese sa da mesi: che lei non può governare e neppure può il suo partito, diviso e in via di disintegrazione". Quindi la richiesta del Labour: "Immediate elezioni politiche".
Farage: "Non ha capito l'umore del Paese" - Il leader del Brexit Party, Nigel Farage, ha invitato oggi i Conservatori britannici a comprendere l'umore del Paese, che si è espresso in un referendum per lasciare l'Unione europea, per non morire. Nel suo primo commento all'annuncio delle dimissioni della May, Farage, sempre molto critico nei confronti dei conservatori, ha spiegato: "E' difficile non dispiacersi per May, ma politicamente ha frainteso l'umore del Paese e del suo partito. Se ne sono andati due leader Tory con sentimenti filo europei. O il partito impara questa lezione o muore".
Johnson: "Ora bisogna portare a termine la Brexit" - Adesso è ora "di portare a termine la Brexit", scrive Boris Johnson in un tweet. "Grazie per lo stoico servizio reso al nostro Paese e al partito conservatore. Adesso è giunto il momento di seguire le sue esortazioni: unirci e portare a termine la Brexit", dice il favorito alla successione alla guida del partito conservatore. Oltre a Johnson, ex capo della diplomazia britannica e grande sostenitore di una hard Brexit, anche Jeremy Hunt, attuale capo del Foreign Office, si è candidato alla leadership del Partito conservatore e quindi alla guida del Paese.