Cultura del cibo

Antichi menù, archivio di gustose memorie

Una prestigiosa collezione privata mostra l’arte culinaria del passato per scoprire i piatti dell’alta cucina di un tempo

© ufficio-stampa

Da pochissimo tempo la città di Milano custodisce un piccolo e prezioso tesoro culturale visitabile su appuntamento, nato da un progetto che guarda al passato (per recuperarlo e valorizzarlo) ma che è immerso nel presente, seguendo un filone più che attuale, quello che mette al centro la cucina. La cucina dei vecchi tempi, però, quelli in cui non esistevano i social, la parola “gourmet” e neanche la mania ossessiva di fotografare tutto ciò che si mangia. In cui probabilmente l’unico vezzo era quello di portare a casa e conservare il menu come ricordo di un momento importante.

Porta il nome di ANTICHI MENU – Cibo e Cultura sono parte della stessa storia e consiste in una preziosa collezione privata di oltre 2.500 menù antichi l’interessante iniziativa presentata qualche settimana fa in occasione di Milano Food City 2019 e promossa da Cristina Rossello, ideatrice e presidente di Progetto Donne e Futuro – associazione no profit che si propone di premiare giovani talenti che meritano l’opportunità di un inserimento rapido e facilitato nel mondo del lavoro – meglio nota come patrimonialista di importanti famiglie, e da sempre impegnata personalmente con iniziative per la tutela dei diritti di donne, bambini e anziani, ma anche in altri settori come la cultura e lo sport. Tutte portate avanti con una particolare cura e molta discrezione, al punto da essere riconosciuta e apprezzata come “avvocato filantropo”.

La prestigiosa collezione consta di un numero importante di menù antichi bellissimi – dall’inizio Ottocento fino alla seconda metà del Novecento – italiani, europei e internazionali, tra cui alcuni provenienti da case reali e altri dedicati a cerimonie in omaggio a illustri personaggi della storia e della cultura, come D’Annunzio, Garibaldi, Giolitti, Van Gogh.
Ma anche di eventi internazionali di rilievo storico, come il menu d’oro con performance del 1956 della leggendaria cantante Eartha Kitt al Cafe de Paris di Londra oppure la cena offerta dal politico britannico George McWatters con un celebre menu di seta. Nella collezione anche un menu proveniente dal matrimonio di Sua Altezza il Principe di Napoli con Sua Altezza la Principessa Elena del Montenegro, i menu dei matrimoni avvenuti al Palazzo Nazionale di Queluz, in Portogallo, e quelli della nave T.S. Bremen relativi all’estate 1963.

Quali erano i piatti dell’alta cucina italiana di quei tempi? Fegato d’oca di Strasburgo, Ristretto in tazza, Rosette di bue alla griglia con salsa Béarnaise, patate soufflées e insalata all’italiana, recita il menu dell’inaugurazione della mostra di Van Gogh al Savini di Milano nel 1952. O, per esempio, Gamberetti alla salsa, Risotto alla milanese, Pollo alla Marengo, Asparagi Riviera alla parmigiana, secondo il menu della colazione offerta dalla Presidenza della Fiera Internazionale di Milano in onore dei paesi partecipanti alla rassegna, sempre al Savini di Milano. E ancora Zuppa alla finanziera, Trota salmonata con salsa majonnaise, Filetto di bue all’imperiale, Medaglioni di fegato d’oca in gelatina, Capponi di Bresse alla massaia, Bomba gelata (bastoncini di sfogliata), serviti al banchetto in onore dei partecipanti al XII Congresso Nazionale dell’Associazione dei Comuni, al ristorante Cova di Milano.

Insomma, un tuffo nel passato che permette di contemplare la bellezza di vecchi documenti, data non solo dal loro indiscutibile valore culturale ma anche dalle loro caratteristiche estetiche. Basta soffermarsi sulle immagini di accompagnamento e le grafiche del tempo.

Il lavoro ha visto l’applicazione della conservazione digitale, con tutte le attività necessarie atte a garantire la durata nel tempo e la conservazione di informazioni in formato digitale. Un metodo che permette di conservare l’originalità, l’integrità e la fruibilità a lungo termine e garantire così la possibilità di ripercorrere la storia sia dell’oggetto preso in analisi sia del contesto in cui questo è stato presente. Ed è stato realizzato dal Centro Studio e RicercheProgetti Istituzionali R.F.O (voluto anch’esso da Cristina Rossello), realtà che si occupa della divulgazione culturale e della libera ricerca in tutti i campi della cultura e della scienza attraverso l’attività di digitalizzazione di documenti antichi allo scopo di valorizzarne l'importanza in ambito storico-artistico, nonché economico-sociale.

Oggi più che mai, con la centralità che l’arte culinaria ha fieramente riacquistato, diventa indispensabile ridefinire il concetto di tale cultura, e allora quale miglior modo per farlo se non attraverso il recupero e la rivalutazione di tutti quei documenti antichi che hanno segnato la nostra tradizione nei secoli?


La collezione è visitabile solo previo appuntamento presso la sede di
Progetto Donne e Futuro: Via San Tommaso, 6 - Milano - Tel. 02.86995469


Di Indira Fassioni