"Non voglio far chiudere Radio Radicale, una soluzione si può trovare ma noi non possiamo dare milioni di euro a un'unica radio". Lo ha garantito il vicepremier Luigi Di Maio assicurando che da lunedì si occuperà della questione. "Se vogliamo dar loro una mano, daremo loro una mano da lunedì", ha detto Di Maio. "Io voglio fare in modo - ha sottolineato - che si eviti una chiusura, senza sprecare risorse pubbliche".
Quindi "il ministro competente sono io, non voglio far chiudere né far perdere dipendenti, ma è finita l'era di dare soldi alle radio e ai giornali senza un minimo di meritocrazia". Insomma, ha concluso, "voglio fare in modo che si eviti la chiusura senza sprecare risorse pubbliche".
La polemica - Una delle battaglie da sempre perseguite dal M5s è quella sulla sospensione dei finanziamenti pubblici ai giornali e alle radio. In questo contesto bisogna inquadrare lo stop alla proroga della convenzione, che è scaduta il 20 maggio 2019, della radio con il ministero dello Sviluppo economico.
Bagarre in Commissione: M5s ferma emendamenti pro convenzione - Mercoledì la discussione su Radio Radicale ha acceso gli animi in Commissione Bilancio alla Camera. Dopo lo stop dei componenti del MoVimento Cinque Stelle all'ennesimo tentativo di introdurre un emendamento al decreto Crescita per prorogare la convenzione è scoppiata la bagarre con le opposizioni, insieme alla Lega, sul piede di guerra. "La mia posizione non è mai cambiata, se ci fossero state novità lo avrei annunciato. Questa è la posizione del governo e così rimane", aveva però affermato il sottosegretario all'Informazione e all'Editoria Vito Crimi chiudendo ogni possibilità di iniziativa per il rispristino della convenzione.