"Per sfogare la rabbia che trattengo"

L'ex fidanzata dell'untore Hiv di Ancona: "Voglio incontrarlo in carcere, mi serve come terapia"

La giovane fece arrestare nel giugno 2018 Claudio Pinti, che l'aveva contagiata. Ora chiede di "vederlo in faccia e sfogare la rabbia"

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Lo ha fatto arrestare a giugno 2018 e lo ha fatto condannare a 16 anni e 8 mesi in primo grado per omicidio volontario e lesioni gravissime. Ora, Romina Scaloni vuole incontrare nel carcere di Rebibbia a Roma l'untore Hiv di Ancona, che è stato il suo fidanzato. Il 36enne Claudio Pinti, nascondendo la sua sieropositività, aveva trasmesso il virus anche all'ex compagna, morta nel 2017, e aveva ammesso di aver fatto sesso non protetto con 200 donne. "Voglio vederlo in faccia - racconta l'ex in un'intervista a Il Giorno - e sfogare tutta la rabbia che ho trattenuto in me". E precisa: "Non lo perdonerò, mi serve per me come terapia".

"E' un'esigenza che sento, - spiega a Il Giorno Romina Scaloni. - Mi serve per andare avanti nella mia vita, per superare un passaggio che è rimasto ancora bloccato perché dopo il suo arresto non ho più avuto modo di parlarci di persona. Ho bisogno di guardarlo in faccia".

Cosa vorrebbe dirgli?, è la domanda. "Non gli dirò che l’ho perdonato, - risponde, - non voglio vederlo per questo. Non lo perdonerò mai per quello che mi ha fatto. Non so nemmeno io cosa mi verrà di dirgli una volta che lo avrò davanti a me. Non pretendo nemmeno che mi risponda, sicuramente gli farò tante domandema per il mio benessere".

Il giudice aveva dato parere favorevole all'incontro, ma a stoppare la visita è stato il direttore del carcere, in attesa dell'appello. "Comunque ripresenteremo la domanda più avanti", assicura Scaloni. Ma Pinti accetterebbe? "Spero di sì, conoscendolo credo che lo farà, - conclude - a meno che non voglia vedermi perché è troppo malato. Spero che l’ultima voce che senta sia la mia".