"Il trono di spade" chiude la saga: fine di un'epoca di intrighi, sesso e battaglie
Si è conclusa nella notte l'ultima stagione di una delle serie tv più amate e importanti degli ultimi anni
Questa volta è finita davvero. Nella notte è andata in onda l'ultima puntata dell'ottava stagione, quella conclusiva, de "Il trono di spade". Tutto è compiuto nel magico mondo di Westeros e sui social è già iniziato l'immancabile diluvio di commenti e recensioni. Una cosa certa: il finale, che non sveliamo per chi non avesse ancora visto l'episodio, farà discutere per settimane. E intanto il cast dà l'addio ai fan via social.
E' stata
Emilia Clarke, in particolare, a fare un lungo post su Instagram, corredato da una foto del cast in costume di scena e in borghese davanti alla tv, per il commiato dal pubblico. "Trovare le parole per questo post mi ha lasciato sopraffatta per quante cose avevo da dire ma quanto piccole sono le parole in confronto a quello che Dani e questa serie hanno rappresentato per me". E poi ancora: "Il trono di spade mi ha formata come donna, come attrice e come essere umano. Vorrei solo che mio padre fosse qui ora per vedere quanto siamo volati lontano".
Nei suoi
otto anni di vita (ha esordito sull'emittente americana via cavo HBO nell'aprile 2011) la serie fantasy medievale tratta dai romanzi di
George R.R. Martin (in realtà le prime sei stagioni, perché lo scrittore non ha concluso la saga e gli sceneggiatori sono andati avanti con soggetti inediti), in onda in 170 paesi, ha travalicato i confini televisivi diventando fenomeno di costume e oggetto di culto, conquistando stagione dopo stagione un numero sempre più crescente di appassionati, anche quelli non proprio avvezzi alle storie di cavalieri e draghi. Merito di una scrittura e una messa in scena, premiate con
47 Emmy, capaci di richiamare atmosfere cinematografiche e riportare in vita, sconvolgendone le regole, il genere del fantasy che, dopo il boom del "Signore degli anelli" cinematografico nei primi anni Duemila, sembrava non entusiasmare più le folle.
Invece, l'appassionante lotta per la conquista del trono di spade dei Sette Regni, gli
intrighi, i
giochi di potere, le
lotte, hanno trasformato "Game of Thrones" da iniziale prodotto di nicchia a fenomeno mainstream, facendo breccia nel cuore di un pubblico sempre più vasto: e questo nonostante la morte in serie (perlomeno nelle prime stagioni) dei personaggi più amati, l'incubo di ogni produttore televisivo, e le polemiche per la
violenza e l'uso eccessivo delle
scene di sesso (sempre nelle prime stagioni). Personaggi, situazioni e modi di dire di "Game of Thrones" sono entrati nel linguaggio comune in maniera così potente che anche chi non ha mai visto un episodio difficilmente non saprebbe riconoscere uno dei protagonisti della saga: dalla regina dei draghi Daenerys Targaryen al 'folletto' Tyrion Lannister, dall'eroe senza macchia Jon Snow alla giovane Arya Stark.
Visualizza questo post su Instagram Finding the words to write this post has left me overwhelmed with how much I want to say but how small words feel in comparison to what this show and Dany have meant to me. The mother of dragons chapter has taken up the whole of my adult life. This woman has taken up the whole of my heart. I’ve sweated in the blaze of dragon fire, shed many tears at those who left our family early, and wrung my brain dry trying to do Khaleesi and the masterful words, actions (and names) I was given, justice. Game of Thrones has shaped me as a woman, as an actor and as a human being. I just wish my darling dad was here now to see how far we’ve flown. But to you, dear kind magical fans, I owe you so much thanks, for your steady gaze at what we’ve made and what I’ve done with a character that was already in the hearts of many before I slipped on the platinum wig of dreams. Without you there is no us. And now our watch has ended. @gameofthrones @hbo #love #motherofdragonsoverandout Un post condiviso da @ emilia_clarke in data: 19 Mag 2019 alle ore 9:37 PDT
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