Scatta il sequestro da parte della guardia di finanza della Sea Watch 3 ferma da due giorni al largo di Lampedusa e i 47 migranti a bordo sono stati fatti sbarcare. La svolta è stata voluta dal pm di Agrigento nonostante il no ripetuto per tutto il giorno da Matteo Salvini. Per il Viminale infatti la Sea Watch è "una nave fuorilegge" e il ministro dell'Interno ha fatto sapere di essere "pronto a denunciare" chi ha autorizzato lo sbarco, pm compresi.
Lo sblocco della situazione - A sbloccare la situazione è stata l'ultima comunicazione del comandante della nave, Arturo Centore, alle autorità: a guardia costiera e guardia di finanza l'ufficiale ha fatto sapere che se entro le 21 non avesse ottenuto l'autorizzazione allo sbarco, avrebbe tolto l'ancora e sarebbe entrato in porto di sua iniziativa a causa delle precarie condizioni di salute di alcune persone sulla nave.
Sea Watch: "I porti italiani non sono chiusi" - "I naufraghi - ha spiegato la portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi - hanno chiesto di indossare i giubbetti salvagente e hanno detto di volersi buttare in acqua per disperazione. Le condizioni a bordo sono peggiorate a livello di stress e tensione e il comandante ha dovuto tenerne conto". A quel punto la procura di Agrigento ha preferito intervenire e i finanzieri sono saliti a bordo della nave, per un'attività di polizia giudiziaria d'iniziativa finalizzata al sequestro. "La nave è a disposizione degli inquirenti che hanno disposto un sequestro probatorio per verificare se c'è un reato da contestare" conferma Linardi, che poi ironizza sui no di Salvini: "Ancora una volta si è dimostrato che i porti dell'Italia non sono chiusi".
Ira del Viminale "bypassato" - Una conclusione che al Viminale non è piaciuta affatto: "C'è stata un'accelerazione d'intesa tra tutti che ha di fatto spogliato il Viminale delle sue competenze" dicono gli uomini del ministro all'agenzia Ansa. Le stesse fonti citate dall'agenzia di stampa hanno anche riferito che il ministro Matteo Salvini "si aspetta provvedimenti nei confronti del comandante della nave, dal quale è lecito attendersi indicazioni precise su presunti scafisti presenti a bordo". "La difesa dei confini deve essere una decisione della politica, espressione della volontà popolare, o di magistrati e Ong straniere?", domandano ironicamente le stesse fonti.
Salvini: "Pronto a denunciare chi fa sbarcare, anche pm" - Dopo aver appreso della decisione del pm di Agrigento, Salvini ha quindi fatto sapere di essere "pronto a denunciare per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina chiunque sia disponibile a far sbarcare gli immigrati irregolari su una nave fuorilegge". "Questo vale anche per organi dello Stato: se c'è qualche procuratore pronto a mandarmi a processo con una condanna che può dare fino a 15 anni di carcere, se questo procuratore autorizza lo sbarco, io vado fino in fondo".
Di Maio: "Pm indipendenti, nessun espediente" - A stretto la vicenda è stata commentata anche da Luigi Di Maio: "Il sequestro lo esegue la magistratura quindi non credo sia un espediente" per far sbarcare i migranti a bordo "perché la magistratura è indipendente dal governo. Quando arrivano qui contattiamo i Paesi Ue e chiediamo la redistribuzione. Io credo che la politica delle redistribuzioni è l'unica strada che abbiamo per fronteggiare il fenomeno. Poi c'è il tema dei rimpatri che si devono fare."
"Chi ha dato l'autorizzazione?", tensione M5s-Lega - La vicenda dello sbarco dei migranti dalla Sea Watch crea tensione all'interno del governo, con uno scambio di "accuse" su chi possa aver autorizzato l'apertura dei porti italiani. "Qualcuno l'ordine lo avrà dato. Questo qualcuno ne dovrà rispondere. Chiunque sia stato ne risponderà davanti agli italiani", ha detto infatti Matteo Salvini lasciando aperta la possibilità che l'input possa essere arrivato dal ministro M5s Danilo Toninelli.
A stretto giro arriva la risposta del ministro dei Trasporti. "Porti chiusi a Sea Watch come a tutte le navi che non rispettano le convenzioni internazionali. Salvini, se ha qualcosa da dirmi, me la dica in faccia. Non parli a sproposito. È evidente che l'epilogo della vicenda è legato al sequestro della nave da parte della magistratura, non serve un esperto per capirlo. Magari il ministro dell'Interno si informi prima di parlare. E trovi soluzioni vere sui rimpatri, non ancora avviati da quando è il responsabile della sicurezza nazionale".
Sulla questione torna anche Di Maio. "Non accetto che il ministro dell'Interno dica che se stanno sbarcando dalla Sea Watch è perché i ministri 5 Stelle hanno aperto i porti. La nave è stata sequestrata dalla magistratura e, quando c'è un sequestro, si fanno sbarcare obbligatoriamente le persone a bordo".