Storica apertura della Chiesa cattolica francese verso il riconoscimento dei figli di sacerdoti. Secondo quanto riportato da Le Monde, tre di loro, membri dell'associazione francese Les Enfants du silence (in tutto una cinquantina di figli di preti) sono stati ricevuti per la prima volta - su loro domanda - da un responsabile ecclesiastico francese e a giugno testimonieranno davanti ad alcuni vescovi. L'incontro, finora segreto, si è svolto il 4 febbraio a Parigi, nella sede della Conferenza episcopale di Francia ed è durato circa un'ora e mezzo. Ad ascoltare la loro testimonianza, un tabù per la Chiesa prima di questo colloquio, è stato il segretario generale, Olivier Ribadeau-Dumas.
Secondo quanto spiegato da Ribadeau-Dumas, la discussione è stata "cordiale e costruttiva". Il segretario generale della Conferenza episcopale francese ha raccontato di aver ascoltato le "sofferenze" di questi uomini e donne abituati ad essere educati in una sorta di sentimento di vergogna e nel segreto, come "figli del peccato".
"E' stato un momento molto emozionante - ha spiegato Anne-Marie Jarzac, 67 anni, figlia di un sacerdote e di una suora - per la prima volta abbiamo sentito che la Chiesa ci stava aprendo le porte, che non si negava più la nostra esistenza ma che venivamo ascoltati per una presa di coscienza di ciò che abbiamo vissuto".
Che non sia trattato di un singolo episodio ma che seguiranno sviluppi lo testimonia il fatto che mons. Ribadeau-Dumas ha proposto che i figli di preti incontrino dei vescovi incaricati della formazione in una serie di riunioni di una commissione episcopale. La prima "testimonianza" è già stata fissata al 13 giugno. "E' una tappa cruciale - ha spiegato la Jarzac - penso a tutti quei figli di sacerdoti che cercano disperatamente di sapere chi era il loro padre e che si scontrano con il silenzio della Chiesa. Cominciavo a perdere la speranza".
Il gesto di apertura è arrivato mentre il Vaticano, a febbraio, ha riconosciuto l'esistenza di un documento segreto, mai pubblicato, che fissa le direttive da applicare per quelli che definisce i "figli degli ordinati": "Si tratta di un documento confidenziale tecnico e ad uso interno della congregazione per il clero", ha spiegato a Le Monde il portavoce del Consiglio delle conferenze episcopali d'Europa, mons. Antonio Ammirati.
In un'intervista di febbraio a Vatican News del cardinal Beniamino Stella, responsabile della congregazione, si spiega che il criterio principale è "il bene dei figli" e che la regola è di permettere al prete di abbandonare la tonaca "nei tempi più rapidi possibile" al fin di "potersi rendere disponibile alla madre per allevare la progenitura". La Conferenza episcopale francese assicura di non aver avuto copia del documento: "Roma mi ha dato indicazioni chiare sulla condotta da seguire in certe situazioni, peraltro molto rare - ha detto padre Ribadeau-Dumas a Le Monde - quindi non ho alcun bisogno di quel documento".