Una parete spoglia e interamente ricoperta di foglia d’oro, un cappotto e un cappello neri appesi a un attaccapanni a mo' di citazione autobiografica e una lampada a petrolio, simile a quella presente in Guernica, è tutto ciò che compone una delle più suggestive installazioni (Tragedia Civile) di Jannis Kounellis (Pireo 1936 - Roma 2017), in mostra alla Fondazione Prada di Venezia con altre 60 opere, riunite per la prima vasta retrospettiva dedicata all'artista dopo la sua scomparsa nel 2017.
© ufficio-stampa|Senza titolo, 1988 vetro, grappa, piombo. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 2011 cappotti, cappelli, scarpe | sullo sfondo Senza titolo (Giallo), 1965 olio su tela Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Da sinistra a destra: Senza titolo, 1959 bottiglie, compensato | Senza titolo, 1960 acrilico e smalto su tela | Senza titolo, 1969 juta, granaglie, legumi, caffè | Senza titolo, 1960 olio e matita su lino. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 1972 porta murata con pietre. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 1971 pittura ad olio su tela, sedia, violoncellista. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Sinistra: Senza titolo, 2004 rotoli di piombo e stoffa | Destra: Senza titolo, 1973 legno, lampada a petrolio, tela, tessuto. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 1984 mensole di ferro, fuliggine. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 1999 piatti, scaffali di ferro, borse, gesso. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 1993 - 2008 armadi, cavi di acciaio | Senza titolo, 2004 rotoli di piombo e stoffa. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 2015 ferro, carbone. Senza titolo, 1993 - 2008 armadi, cavi di acciaio. Senza titolo, 2004 rotoli di piombo e stoffa. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo (Tragedia civile), 1975 muro ricoperto in foglia d'oro, attaccap anni, cappotto, cappello, lampada a petrolio. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 1988 vetro, grappa, piombo. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 2011 cappotti, cappelli, scarpe | sullo sfondo Senza titolo (Giallo), 1965 olio su tela Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Da sinistra a destra: Senza titolo, 1959 bottiglie, compensato | Senza titolo, 1960 acrilico e smalto su tela | Senza titolo, 1969 juta, granaglie, legumi, caffè | Senza titolo, 1960 olio e matita su lino. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 1972 porta murata con pietre. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 1971 pittura ad olio su tela, sedia, violoncellista. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Sinistra: Senza titolo, 2004 rotoli di piombo e stoffa | Destra: Senza titolo, 1973 legno, lampada a petrolio, tela, tessuto. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 1984 mensole di ferro, fuliggine. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 1999 piatti, scaffali di ferro, borse, gesso. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 1993 - 2008 armadi, cavi di acciaio | Senza titolo, 2004 rotoli di piombo e stoffa. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo, 2015 ferro, carbone. Senza titolo, 1993 - 2008 armadi, cavi di acciaio. Senza titolo, 2004 rotoli di piombo e stoffa. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
© ufficio-stampa|Senza titolo (Tragedia civile), 1975 muro ricoperto in foglia d'oro, attaccap anni, cappotto, cappello, lampada a petrolio. Foto: Agostino Osio - Alto Piano Courtesy Fondazione Prada
Dalle tele bianche dei suoi esordi, solcate da segni, lettere e numeri neri, alla più recente installazione (due binari che sostengono sei grandi strutture in ferro colme ciascuna di 200 kg di vari materiali: da calchi in gesso a pietre, da cappotti a bicchieri e ingranaggi meccanici) è il percorso che all’interno dell’opera del Maestro greco passa dal segno urbano, grafico e pittorico a quello più dirompente, corporeo e sensoriale legato ai materiali, alla loro consistenza e alla tattilità.
Infatti, nelle installazioni della fine degli anni Sessanta, l’artista innesca uno scontro dialettico tra la leggerezza, l’instabilità, la temporalità dell’elemento naturale (come possono essere matasse di capelli o di cotone grezzo) e la pesantezza, la permanenza e la rigidità delle strutture industriali, rappresentate da superfici modulari di metallo grigio.
Un emblema dell’insofferenza dell’artista verso il proprio tempo è la porta, non più punto di passaggio, ma varco chiuso con pietre, legni, tondelli di ferro e lastre di piombo che rendono inaccessibili gli ambienti attigui esaltandone la dimensione metafisica e surreale.
I temi della gravità e dell’equilibrio e il confronto con lo spazio architettonico e urbano trovano invece una realizzazione monumentale nell'installazione del 1992, riproposta nella corte di Cà Corner. Concepita per la facciata esterna di un edificio di Barcellona, l’opera è composta da sette grandi piatti metallici che vanno a sostenere sacchi contenenti grani di caffè, il cui inebriante aroma solletica l’olfatto e stride con le fredde superfici metalliche. Infine, il portego del secondo piano ospita un intervento del 1993-2008, costituito da una sequenza di armadi, di diversi colori e forme, insolitamente sospesi al soffitto, un po' come de Chirico abbandonava i suoi mobili in vallate desertiche. Concepita per la prima volta per gli spazi di Palazzo Belmonte Riso a Palermo, l'opera sfida le leggi della gravità e, nella successione di ante casualmente aperte limita le fughe prospettiche e funge da inusuale cassa acustica.