Per protestare contro la nuova legge sull'aborto in Georgia, negli Stati Uniti arriva "lo sciopero del sesso". La proposta è dell'attrice e attivista del movimento #Metoo Alyssa Milano. Nel mirino la legge che vieta l'aborto non appena si può individuare il battito del cuore del feto, ossia dopo circa sei settimane. L'iniziativa però divide e non mancano le critiche: secondo molti si tratta di un'idea sessista e che nega il piacere delle donne.
"I nostri diritti riproduttivi sono stati cancellati. Finché le donne non avranno il controllo sui loro corpi non possiamo rischiare la gravidanza. Unitevi a me e non fate sesso finché non riavremo l'autonomia del corpo", è l'appello dell'attrice lanciato sui social con l'hastag #SexStrike. La battaglia è contro la legge che vieta l'interruzione di gravidanza non appena si possa individuare il battito del cuore del feto, ossia dopo circa sei settimane. Ma molte donne non si accorgono di essere incinta se non dopo nove settimane.
Non mancano le critiche - La star ha quindi pensato di usare l'astinenza sessuale femminile come arma politica. La proposta ha ricevuto in poche ore più di 35mila like ed è stata ritwittata oltre 12mila volte. A sostegno anche la collega Bette Midler. Ma la sua iniziativa ha suscitato anche reazioni critiche, e non solo da coloro che difendono la nuova legge. C'è infatti chi critica l'idea che le donne facciano sesso solo per dare piacere agli uomini. "Apprezzo l'intento, ma #sexstrike è una idea sessista", ha commentato una utente, sottolineando che in questo modo "si nega il piacere delle donne". "L'autonegazione e l'astinenza per una qualche vittoria è l'antitesi di un mondo sessualmente emancipato", ha osservato un'altra.
Si mobilita lo star system - In sua difesa Alyssa Milano ha postato un articolo di Quartz su come può essere efficace lo sciopero del sesso, alimentando però nuove critiche online. La Georgia è l'ultimo Stato ad approvare una simile legge restrittiva sull'aborto, dopo il Mississippi in marzo. Il provvedimento scatterà dal primo gennaio ma si prevede che sarà impugnato nei tribunali. Un giudice federale ha già bloccato come incostituzionale una legge analoga in Kentucky. Intanto lo star system minaccia di boicottare la produzione cinematografica e televisiva in Georgia, un settore da 100mila posti di lavoro e 2,7 miliardi di dollari di ricavi: 50 attori di Hollywood, tra cui Milano, Amy Schumer, Christina Applegate, Alec Baldwin e Sean Penn, hanno annunciato che non lavoreranno più in quello Stato. Idem tre società indipendenti, mentre le major cinematografiche per ora restano alla finestra.