Papa Francesco incontra la famiglia rom di Casal Bruciato: "Soffro per le notizie su di voi, resistete"
L'incontro si è svolto nella sagrestia di San Giovanni in Laterano. "Quello che vi è capitato non è civiltà", ha detto Bergoglio
"Resistere": è questo l'invito che Papa Francesco ha rivolto alla famiglia rom contestata e insultata a Casal Bruciato, durante un incontro nella sagrestia di San Giovanni in Laterano. Bergoglio li ha incoraggiati a rivolgersi alla Chiesa per qualunque necessità. La famiglia ha raccontato la propria storia, spiegando di essere musulmana. "Prego per voi, vi sono vicino. Soffro per quanto vi è capitato, questa non è civiltà", ha aggiunto il Pontefice.
Le tensioni che hanno scosso Roma riguardano
non soltanto la cronaca, con i primi denunciati per le violenze contro l'assegnazione della casa popolare alla famiglia rom, in particolare l'autore delle minacce di stupro alla mamma, ma anche il versante politico.
Da una parte il sindaco Virginia Raggi ha ribadito come "un sindaco deve stare vicino agli ultimi", dopo le polemiche seguite alla sua visita a Casal Bruciato. Dall'altra il vicepremier
Luigi di Maio ha spiegato di non essere "irritato con la Raggi, è giusto assicurare la massima solidarietà a una donna che viene minacciata di stupro da CasaPound o da fascisti". Mentre il premier Giuseppe Conte chiosa sulla vicenda: "La legge va applicata". E il segretario del Pd
Nicola Zingaretti, che annunciato la riapertura della sezione del partito a Casal Bruciato: "Bisogna starci 365 giorni all'anno, tornare nei luoghi dove la vita, se non ci sono politica e servizi, può provocare questi istinti".
L'intervento più significativo è stato però quello di Papa Francesco: ricevendo per un incontro di preghiera le comunità nomadi nella Sala Regia, quella dedicata alle udienze con i capi di Stato e la diplomazia, Bergoglio ha detto che "è vero, ci sono cittadini di seconda classe, ma i veri cittadini di seconda classe sono quelli che scartano la gente, perché non sanno abbracciare, sempre con gli aggettivi in bocca, e scartano, vivono scartando, con la scopa in mano buttano fuori gli altri. Invece la vera strada è quella della fratellanza e tutti dobbiamo collaborare".
Con un richiamo del Pontefice anche a rom e sinti presenti a "
lasciarsi dietro il rancore. Il rancore ammala tutto, ammala la famiglia. Ti porta alla vendetta, ma la vendetta io credo che non l'avete inventata voi. In Italia ci sono organizzazioni che sono maestre di vendetta, voi mi capite bene. Un gruppo di gente che è capace di creare la vendetta, di vivere l'omertà: questo è un gruppo di gente delinquente, non gente che vuole lavorare". "Tutti sono persone. Non possiamo dire sono brutti, sono buoni ... L'aggettivo - ha aggiunto il Papa - è una delle cose che creano distanza tra la mente e il cuore. E' questo il problema di oggi. Se voi mi dite che è un problema politico, è un problema sociale, culturale, di lingua, sono cose secondarie: il problema è di distanza tra la mente e il cuore".
Le parole del Santo Padre sono state commentate dal vicepremier
Matteo Salvini: "Mi fa piacere che il papa abbia incontrato i bambini rom e sinti in Vaticano: proprio per tutelarli il mio obiettivo è chiudere tutti i campi, identificando prima chi ci vive, assicurandomi che i bimbi vadano a scuola e che non siano educati al furto o che non siano costretti a vivere in situazioni di degrado, sporcizia, violenza o illegalità".
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