E' il giorno della resa dei conti per il caso Siri. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha portato al tavolo del Consiglio dei ministri le motivazioni che sono alla base dell'opportunità di revocare il sottosegretario Armando Siri. "La Lega non arrivi alla conta", era stato l'appello di Di Maio. Salvini aveva fatto sapere che si opporrà alla revoca, ma che poi si andrà avanti.
Interrogato l'imprenditore Paolo Arata, indagato per corruzione per aver "promesso o dato" a Siri 30mila euro. Il verbale è stato secretato.
L'ipotesi di un non voto - La "via del non voto" (Conte nei giorni scorsi ha ribadito più volte di escludere l'ipotesi di una resa dei conti) per il premier rappresenta quindi la strada migliore per evitare o almeno limitare una nuova frattura politica all'interno del governo.
Dopo il premier, la parola è passata agli altri esponenti di governo. Per la Lega ha preso la parola la ministra per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, che ha esposto la posizione di via Bellerio, contraria alla revoca del mandato al sottosegretario indagato per corruzione.
Anche il vicepremier leghista Matteo Salvini è intervenuto in Cdm per ribadire la sua contrarietà alla revoca, ma al contempo "ha dato la sua piena fiducia nel presidente del Consiglio".