ECCO CHI TAGLIA I PONTI

Rivolta contro i Golden Globe, Scarlett Johansson: "Organizzazione sessista"

Le richieste principali sono "riforme più significative" sul fronte della membership e delle regole etiche

© IPA

Scarlett Johansson si unisce al coro contro la Hollywood Foreign Press Association (Hpfa), e con una dichiarazione pubblica invita l'industria del cinema a "fare un passo indietro" dall'organizzazione creatrice dei Golden Globe fino a quando non metterà in atto riforme più sostanziali. L'attrice di "Black Widow" ha duramente criticato alcune dinamiche "sessiste" con le quali si è dovuta scontrare negli anni partecipando a conferenze stampa e cerimonie: "Ho dovuto fare i conti spesso con domande sessiste e commenti di certi membri della HFPA, che erano al limite della molestia sessuale... È un’organizzazione alla quale individui come Harvey Weinstein davano legittimità per ambire all’Oscar, e il resto dell’industria si adeguava".
 

La Johansson ha sottolineato quindi quanto sia importante contare sulla forza dell'unità "all'interno dei nostri sindacati e del settore nel suo complesso" per modificare radicalmente regolamenti e criteri di selezione all'interno di questa organizzazione.

E proprio i criteri di selezione e accesso, ritenuti conservatori, e alcuni presunti comportamenti discriminatori, come il rifiuto di candidati non bianchi tra i membri dell'organizzazione o l'esclusione dalla categoria di miglior film di titoli di produzione americana ma parlati in altre lingue, permettendo loro di concorrere solo nella categoria di miglior straniero, sono stati duramente criticati. 

Intanto prima Netflix e poi a ruota Amazon hanno tagliato i ponti con l'organizzazione. "Non abbiamo lavorato con la Hfpa da quando sono stati sollevati questi problemi e, come il resto dell'industria, ci aspettiamo una risposta più incisiva per cambiare posizione", ha detto la capo degli studi Amazon Jennifer Salke. Poche ore prima era stata Netflix a dare la linea: il colosso dello streaming che quest'anno ha ricevuto più nomination (42) e vinto più Golden Globe (10) di ogni altro studio di Hollywood aveva chiuso i rapporti con l'organizzazione dietro i premi in attesa di una vera riforma. L'avvertimento era arrivato sotto forma di una lettera del co-ceo e capo dei contenuti Ted Sarandos ai vertici della Hfpa poco dopo che l'assemblea dell'associazione aveva approvato una serie di misure proposte dal board. Accusata di essere una "casta" che non include al suo interno giornalisti neri, l'associazione aveva adottato due giorni fa un piano in base al quale si impegnava di aumentare il numero dei reporter di colore, introducendo al tempo stesso restrizioni sui doni da parte degli studi e sui pagamenti che i membri hanno finora ricevuto per far parte dei suoi comitati.

Secondo Sarandos, la riforma approvata non basta a segnalare un vero cambio di rotta: il capo di Netflix ha giudicato inaccettabili i tempi che la Hfpa si è data per aumentare del 50% la sua membership (attualmente 86 giornalisti, nessuno dei quali nero) nell'arco dei prossimi 18 mesi. 
 

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