La procura di Milano, dopo un servizio di "Report", ha aperto un'inchiesta, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sull'acquisto da parte del sottosegretario Armando Siri di una palazzina a Bresso, nel Milanese. L'acquisto è avvenuto attraverso un mutuo di 585mila euro acceso con una banca di San Marino.
Stando a quanto emerso, sabato 4 maggio è arrivata alla Procura di Milano l'informativa del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf milanese, che contiene la segnalazione dell'Unità di informazione finanziaria di Banca d'Italia.
Era stato, tra l'altro, lo stesso notaio davanti al quale è stato stipulato l'atto di compravendita della palazzina (intestata alla figlia del sottosegretario) a inoltrare, stando a quanto ricostruito dalla trasmissione "Report", a Bankitalia una segnalazione per operazione sospetta di riciclaggio.
Il fascicolo è stato assegnato al dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale che si occupa, oltre che di corruzione internazionale, anche di casi di riciclaggio o auto-riciclaggio.
Il procuratore di Milano Francesco Greco ha spiegato che ci sarà "massima collaborazione" tra gli inquirenti milanesi e quelli romani che indagano per un'ipotesi di corruzione contestata all'esponente leghista e che le carte dell'Uif di Bankitalia sono arrivate sabato 4 maggio.
La banca centrale di San Marino: "Procedure rigorose" - "Presumo che la questione sia da tempo all'attenzione delle Autorità sammarinesi preposte. Le procedure di San Marino sono assolutamente allineate con quelle europee e c'è un particolare rigore delle banche stesse che hanno degli iter maggiorati in caso di personaggi politicamente esposti, sia nel paese sammarinese che fuori". Lo dichiara l'avvocato Catia Tomasetti, presidente della Banca Centrale di San Marino, in merito alla vicenda di un presunto prestito dalla locale Banca Agricola Commerciale a favore del sottosegretario Armando Siri.