Circa 1.800 operai sono rimasti intrappolati in una miniera di platino a Rustenburg, in Sudafrica, a causa di danni a uno dei pozzi di risalita. Gli operai sono stati tutti riportati in superficie dopo alcune ore. Non risultano feriti. I minatori erano rimasti bloccati a una profondità di 1,5 chilometri, con "cibo, acqua e aria a sufficienza".
Il portavoce della compagnia che gestisce la miniera, Sibanye-Stillwater, ha annunciato l'apertura di un'indagine. Una volta scattato l'allarme sono subito iniziati i lavori per riparare il pozzo danneggiato, senza tralasciare di esplorare altre vie d'uscita. La più probabile è un altro pozzo che si trova a 4 chilometri di distanza al quale gli operai sarebbero dovuti arrivare a piedi. Secondo il sindacato dei minatori sudafricani, Association of Mineworkers and Construction Union (Amcu), erano 4.000 gli operai bloccati nella miniera ma la compagnia ha smentito il numero.
Non è la prima volta che si verificano incidenti in una miniera della Sibanye. A febbraio dell'anno scorso 1.000 minatori rimasero sottoterra per più di 24 ore dopo che un temporale aveva danneggiato le linee elettriche nella zona in cui si trovava la loro miniera d'oro vicino alla città di Welkom, nel centro del Paese.
Sempre nei primi mesi del 2018 un totale di 21 minatori sono rimasti uccisi in diversi incidenti nelle miniere della stessa compagnia. Tre anni fa, un altro incidente si era concluso con il recupero di quasi tutti i 79 minatori rimasti intrappolati in un'altra miniera d'oro, nella provincia orientale di Mpumalanga, in seguito a un crollo. In Sudafrica ci sono alcune delle miniere più profonde e più pericolose del mondo. Oltre 40 avvocati che rappresentano centinaia di minatori in pensione o ancora attivi hanno iniziato procedimenti legali contro l'industria mineraria dell'oro sudafricana. Al centro delle azioni giudiziarie il fatto che i minatori hanno contratto la silicosi, una malattia incurabile ai polmoni, a causa dei lunghi anni passati in miniera.