A distanza di tre mesi dall'ultimo caso, Epic Games è stata accusata nuovamente per aver copiato un passo di danza (l'ennesimo) all'interno del suo videogioco Fortnite: Battle Royale. A muovere le accuse questa volta ci ha pensato Leo Pellegrino, musicista della band Too Many Zooz conosciuto per l'inconfondibile passo di danza mentre suona l'inseparabile sassofono.
Pellegrino ha accusato Epic Games di utilizzare lo stesso passo di danza all'interno di un emote venduto a pagamento nel suo gioco, sostenendo che la condotta della software house è "oltraggiosa e indifendibile".
Non è certo il primo caso di "plagio" per gli sviluppatori di Fortnite: tutto è cominciato quando Alfonso Ribeiro, il Carlton di Willy, il principe di Bel-Air", ha accusato l'azienda di aver plagiato la celebre danza "Carlton Dance" all'interno di Fortnite. Da allora, le accuse nei confronti del team di sviluppo si sono moltiplicate, con altri nomi celebri del cinema e tv come Donald Faison che hanno tentato di portare in tribunale la software house per l'utilizzo improprio di balletti e movenze, venduti come emote a pagamento all'interno del proprio videogioco.
Lo scorso febbraio, Epic Games aveva vinto la causa contro Ribeiro e altre celebrità del calibro di Russell Horning, Orange Shirt Kid e il rapper Terrence Ferguson dopo che la Corte aveva stabilito l'impossibilità di trasformare un balletto in un marchio registrato. In questo caso, però, il legale di Pellegrino David L. Hetch ha accusato la software house di furto d'identità, aggiungendo che "nessun altro musicista al mondo si muove come Leo Pellegrino" e che "Epic Games sta lucrando sul duro lavoro del suo assistito e sulla fama guadagnata dopo tanta fatica".
Dopo aver lavorato a stretto contatto con artisti come Marshmello e Weezer, Hetch pretende che Epic Games possa riconoscere "la fonte d'ispirazione di tanti plagi" e, presumibilmente, riconoscere un corrispettivo in denaro per l'utilizzo delle movenze. Come da tradizione, il team di sviluppo ha preferito non pronunciarsi in merito e risolvere internamente la questione, ma non è da escludere che anche questa causa, come quelle precedenti, possa risolversi in un nulla di fatto.