Spagna, Ciudadanos: "No al governo, guideremo l'opposizione" | Eletti cinque separatisti ancora in cella
Si profila lo stallo dopo il voto. Un'alleanza tra Unidos Podemos e socialisti non consentirebbe di governare. Mancano 11 seggi: dopo il "no" dalla destra liberale, Sanchez potrebbe cercare l'intesa con i nazionalisti baschi del Pnv e gli indipendentisti catalani dell'Erc
Ciudadanos non parteciperà ai negoziati dei socialisti per formare un governo in Spagna, ma guiderà l'opposizione. Ad annunciarlo è la portavoce del partito della destra liberale spagnola, Inès Arrimadas. "Posso chiarire - ha spiegato - che non ci saranno negoziati per un governo, nessun negoziato che permetta al signor Sanchez di tornare alla Moncloa". Tra gli eletti figurano anche cinque separatisti catalani attualmente in carcere.
In Spagna si profila insomma lo
stallo dopo il voto. Un'alleanza tra Unidos Podemos e socialisti non consentirebbe di governare: otterrebbero complessivamente 165 seggi, 11 in meno di quelli necessari a formare la maggioranza. Dopo il "no" di Ciudadanos, Sanchez potrebbe dunque cercare l'intesa con i nazionalisti baschi del Pnv e gli indipendentisti catalani dell'Erc. Una coalizione formata dal Partito popolare, Ciudadanos e Vox si fermerebbe invece a quota 147 seggi.
Socialisti e Ciudadanos avevano già tentato di allearsi senza successo nel 2016. Forte del risultato ottenuto alle urne, dove è passato da 32 a 57 seggi, il gruppo politico di Albert Rivera non nasconde l'ambizione di trasformare Ciudadanos nel primo partito di destra, dopo la disfatta del Partito popolare (precipitato a 66 seggi).
Eletti cinque separatisti in carcere - I cinque separatisti catalani eletti si trovano attualmente in carcere e risultano a processo a Madrid per il loro ruolo nel tentativo di secessione della Catalogna nel 2017. Tra loro c'è anche l'ex vice presidente della regione, Oriol Junqueras, principale imputato nel processo che ha preso il via il 12 febbraio e contro il quale la procura ha chiesto 25 anni di detenzione. Junqueras è stato eletto deputato in qualità di leader del partito Erc (Esquerra Republicana de Catalunya), mentre l'ex responsabile regionale degli Affari esteri Raul Romeva è stato eletto senatore per lo stesso partito.
Le riserve di Sanchez sugli indipendentisti - Per Sanchez gli indipendentisti, che hanno guadagnato terreno passando da 17 a 22 seggi, "non sono affidabili". Dopo averlo appoggiato al suo arrivo al potere a giugno con Podemos e Pnv, hanno fatto precipitare la situazione non appoggiando la legge di bilancio. L'alleanza con Podemos ed Erc, il più moderato dei due partiti catalani, gli garantirebbe una maggioranza di 180 seggi. Junqueras, da parte sua, non ha fissato "linee rosse" a un sostegno a Sanchez. Gli indipendentisti continuano però a rivendicare un referendum sull'autodeterminazione, che il leader socialista respinge. La maggioranza potrebbe crollare se i leader separatisti saranno pesantemente condannati.
Nuovo Parlamento con più donne della storia - Con 164 deputate su 350 (26 in più della scorsa legislatura), quello eletto domenica è il Parlamento spagnolo con il maggior numero di donne della sua storia, pari al 46,8% degli eletti. I media spagnoli sottolineano che si tratta del risultato delle quinte elezioni politiche dopo l'entrata in vigore nel 2007 della legge sulla parità, secondo cui nelle candidature la rappresentanza dei due sessi non può essere inferiore al 40% o superare il 60%. I primi due partiti, socialisti e popolari, contano più deputate che deputati. Il Psoe è primo anche per rappresentanza femminile con 64 donne su 123 deputati, pari al 52%. Seguito dal Partito popolare con 34 deputate su 66, cioè il 51,5%.
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