Seviziato a morte dalla babygang, insulti anche in chat | Dai vicini un esposto alla polizia: "Nessuno è intervenuto"
Su Whatsapp i giovani si scambiavano i video dei soprusi e ridevano. Sevizie fatte "per passare il tempo", ha spiegato un 17enne
"Miliardi di persone ci sono e vieni sempre da me". Così Antonio Stano, il 66enne picchiato a morte da una babygang a Manduria (Taranto), provava a chiedere il perchè di quelle aggressioni continue. Ma nessuno gli rispondeva. Nei video girati dai suoi stessi aguzzini si vede l'uomo che viene colpito ripetute volte davanti casa. Botte, soprusi che forse lo hanno ucciso, dopo averlo vessato sembra per lungo tempo. "Che facciamo oggi? stasera sciamu tutti dallu pacciu.. andiamo tutti dal pazzo". Questo è quello che si scrivevano quei giovani in una chat chiamata "gli orfanelli". Foto, video, audio finivano tutti in quel gruppo chiuso. Un giorno Stano, che era affetto da disturbo psichico, viene picchiato con una scopa, tutti ridono in diretta nella chat e uno di loro scrive: "Come lo avete combinato il pazzo?". Intanto è emerso, come riporta l'Adnkronos, che i vicini si erano rivolti alle forze dell'ordine per denunciare i soprusi subiti dall'uomo. Avevano presentato un esposto quando i poliziotti già indagavano al commissariato di Manduria. A firmarlo sette residenti di via San Gregorio Magno, la stessa strada dove viveva il 66enne, e don Dario, il parroco della chiesa davanti all'abitazione della vittima.
Antonio è morto domenica 21 aprile per un'emorragia causata forse da quelle ripetute aggressioni. Quattordici ragazzi, solo due maggiorenni, sono accusati a vario titolo di omicidio preterinenzionale, stalking e rapina. Il 66enne non usciva più di casa.
Soprusi fatti "per passare il tempo, per ridere" ha spiegato un 17enne coinvolto. La polizia sarebbe stata allertata solo all'inizio di aprile.
L'esposto dei vicini - "Da alcune settimane, durante le ore serali e le prime ore del mattino - si legge in una prima denuncia riportata dall'Adnkronos - si stanno verificando diversi episodi di atti illeciti commessi da ignoti (circa 5/6 persone) a danno del signor Antonio Cosimo Stano. Nello specifico segnaliamo continui e reiterati danneggiamenti che tali ignoti stanno perpetrando a danno dell'abitazione (...) con lancio di pietre e oggetti vari al prospetto dell'abitazione e dando calci e colpi diretti alla porta d'ingresso e agli infissi della medesima casa". E poi: "Il signor Stano, da quanto ci ha riferito, ha subito altresì vessazioni, soprusi e lesioni anche fisiche da parte di questi soggetti, i quali in una occasione sono anche riusciti a introdursi in casa. Tale condotta illecita, lesiva della sicurezza e della quiete pubblica, cagiona, inoltre, stati d'ansia, malessere e agitazione soprattutto nei minori residenti nel vicinato".
Non solo. Come racconta all'agenzia di stampa Cosimo, che abita due cancelli più avanti rispetto all'abitazione di Stano, si sentivano anche urla in piena notte: "Erano grida strazianti, terribili. La sera tardi e in piena notte. Mia moglie, e con lei altri 7 residenti di via San Gregorio Magno e don Dario, ha così presentato l'esposto, per paura soprattutto, ma anche per tutelare quel povero Cristo. Non tutti hanno voluto firmare, ma noi non ce la siamo sentita di restare inermi".
"Abito qui da un anno e da un anno sentivo le urla, le finestre in frantumi, le botte sul portone, le risate sguaiate - racconta un'altra vicina di casa - Ho chiamato la polizia, i carabinieri. ‘Signora, abbiamo già segnalazioni di questo tipo’, mi rispondevano. E nessuno faceva niente e nessuno salvava Antonio. La morte si poteva evitare, certo. Oggi si parla di legittima difesa, e a ragione devo ammettere: se quel pover’uomo avesse avuto una pistola e avesse sparato, forse giustizia sarebbe stata fatta. Questi ragazzini meritano l’ergastolo". "Sono due giorni che non ci dormo. Io sto male - dice ancora all
’Adnkronos - Antonio era una bravissima persona, certo ogni paese ha il suo soggetto più debole, diciamo, ma dallo scherno all’ironia passare alla violenza più inaudita è inaccettabile. Ho provato anche io a intervenire, mi sono affacciata ma quelli scappavano ogni volta. Alla fine avevo paura, io sono solo una ragazza. Quelli invece? Bestie, arancia meccanica, hanno detto. Così è".
A Manduria una "Marcia per la civiltà" - Sabato 4 maggio si svolgerà a Manduria una
"Marcia per la civiltà", organizzata da Pro loco, Confcommercio, scuole, parrocchie e movimenti civici, dedicata ad Antonio Stano. "Le nefaste note vicende di cronaca - sottolinea la Pro Loco in una nota - dipingono una città che francamente non riconosciamo e, soprattutto, in cui non ci identifichiamo". Il corteo partirà "dalla zona delle scuole, perché - si precisa - riteniamo che sia da lì che occorre ripartire. Lì, nei ragazzi, c'è il nostro miglior futuro".
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