Corse bizzarre

Fermignano in festa per il Palio della Rana

Una esilarante corsa con i piccoli batraci trasportati in carrozza, tra rievocazioni storiche e buona cucina.

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Non ci sono solo le principesse a baciare un ranocchio nella speranza di vederlo trasformato in principe: a Fermignano, in provincia di Pesaro e Urbino, la rana viene trattata come una vera regina, come passeggera di eccezione di un bizzarro veicolo simile a una carriola, in lizza per vincere un esilarante Palio, giunto quest’anno alla sua edizione numero 55. Il percorso è lungo 170 metri, nei quali l’animaletto verde è il passeggero che, con la sua docilità nel lasciarsi “scarrozzare” da un conduttore in abiti medievali, può condurre alla vittoria la sua contrada. L’appuntamento è da giovedì 25 a domenica 28 aprile. La festa prevede anche rievocazioni storiche, giochi medievali, sbandieratori e cene nelle taverne.

La giornata prescelta per la corsa è, come da tradizione, quella della “Domenica in Albis”, ovvero quella successiva alla Pasqua. Il Palio è un torneo storico che affonda le sue radici in un passato lontano, per la precisione nel 1607, anno in cui il Castello di Fermignano ottenne dal Municipio di Urbino il permesso di autogovernarsi: fu così che gli abitanti festeggiarono l’evento con banchetti, canti e giochi come la corsa coi sacchi, tiro alla fune, la battaglia delle code, la corsa alla fonte e, appunto, la corsa delle rane in carriola.

Oggi come allora, le sette Contrade in gara si sfidano secondo un rigido regolamento: la rana deve essere trasportata delicatamente su un veicolo ad hoc, simile a una carriola ma dalla superficie piatta, lungo un percorso prestabilito. E’ vietato ostacolare i concorrenti avversari, ogni corridore deve trattare con cura la propria rana e, qualora saltasse al di fuori della carriola, deve raccoglierla con attenzione, senza farle male, e riposizionarla sul veicolo. In prossimità dell’arrivo, infine, ogni scarriolante deve rientrare nella corsia a lui assegnata alla partenza e tagliare il traguardo spingendo la carriola con la rana ancora a bordo. Per la conquista del Palio l’abilità dello “scarriolante” è importante almeno quanto l’imprevedibile comportamento dell’animale, che al termine della gara viene ricondotto sano e salvo nel suo habitat naturale.

Riproposta a partire dal 1966, la corsa costituisce il momento culminante di quattro giorni di festa. L’evento prende il via giovedì 25 con il Palio degli Arcieri "Le Marche della Storia", e con l’apertura delle mostre “Volti a Confronto” e “Le Marche alla Corte del Bramante. Il giorno successivo viene messo in scena l’assedio alla torre con bombarde e armigeri ed effetti speciali, con la partecipazione del Gruppo “Musici del Palio”, del Gruppo Arcieri “Castrum Firmignani”, e delle compagnie “Corbarius”, “La Pandolfaccia” e la “Compagnia Feltria” assieme al “Club Feltro” e in collaborazione con l’Ass.ne “Luoghi Comuni”; da non perdere poi la rievocazione del processo per stregoneria a Donna Laura da Farneta “Ultimo rogo nel Ducato di Urbino”.

Sabato è la volta dei mercatini dell’artigianato e della dimostrazione di antichi mestieri; ci sono poi le eliminatorie del Palio dei Putti, i giochi dei putti, l’accoglienza del Duca con giullari e giochi d’armi e lo spettacolo itinerante a cura dei Giullari della Compagnia “La Pandolfaccia”.

Domenica 28 il gran finale con la Santa Messa e la benedizione delle rane, l’arrivo in piazza della Corte Ducale di Urbino, l’esibizione del gruppo “Sbandieratori di San Sepolcro” e il tanto atteso Palio della Rana; a concludere la manifestazione è l’incendio della torre e del ponte, il suggestivo spettacolo piromusicale darà a tutti l’appuntamento al prossimo anno. Grande spazio, naturalmente alla gastronomia tipica nelle caratteristiche taverne, dove le Contrade – il 25-26 e il 27 aprile a cena, e il 28 a pranzo e a cena - propongono i migliori piatti della tradizione locale in un’atmosfera tipicamente medievale.

Fermignano, famosa per aver dato ai natali al grande architetto Donato Bramante, offre numerosi spunti per la visita: nel centro storico sono da vedere la Torre Medioevale delle Milizie, con all'interno modelli lignei sui progetti di Donato Bramante, l'edicola con affresco “Madonna con Bambino” di fine 1400 sul ponte romano che si specchia sull'antica cartiera ducale; oppure della Chiesa di Santa Veneranda, che custodisce un crocifisso ligneo del 1535, della Chiesa di Santa Maria Maddalena e del nuovo Duomo. Nei dintorni spiccano la Gola del Furlo, una riserva naturale statale dove nidificano ancora le aquile, Urbino, culla del Rinascimento, e Urbania, l’antica Casteldurante famosa per le sue ceramiche e Fossombrone, sul percorso dell'antica via Flaminia.