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Cassino, il papà del bimbo ucciso: “Sono disperato. Ogni volta che resto da solo piango”

A “Pomeriggio Cinque” le parole disperate di Nicola

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“Ogni volta che rimango da solo scoppio a piangere. Mi tornano in mente le ultime parole che ci eravamo scambiati io e lui”. Non ci crede ancora Nicola, il papà di Gabriel, il bimbo di due anni ucciso a Piedimonte San Germano, frazione di Cassino nel frusinate. Il piccolo sarebbe stato strangolato dalla madre perché, come lei stessa ha ammesso durante l’interrogatorio, "piangeva troppo, ero esasperata".

“Quella mattina ci eravamo incontrati, mi sembrava tranquilla – racconta l’uomo a “Pomeriggio Cinque” – non mi sarei mai aspettato una cosa del genere”. Il padre, che alle spalle ha anche un altro matrimonio e una convivenza, risponde così a chi gli chiede perché non vivesse con Donatella, la madre di Gabriel: “Ci sono tanti motivi, non volevo lasciare la mia famiglia e i miei figli”.

La bisnonna del bambino invece non crede alla colpevolezza della donna: “Non può avergli fatto male. Lo amava”.

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