Reddito di cittadinanza, l'assegno dello Stato va anche all'ex brigatista rosso
Il 62enne Raimondo Etro, condannato in via definitiva nel 1999 a 20 anni e 6 mesi di carcere, riceverà il sussidio. Su Facebook il messaggio dell'Inps
Ha combattuto lo Stato durante gli anni di piombo e ora lo stesso Stato gli tende una mano per sopravvivere. E' la storia dell'ex brigatista rosso, Raimondo Etro, 62enne condannato in via definitiva nel 1999 a 20 anni e 6 mesi di carcere per concorso nella strage di via Fani a Roma e nell'omicidio del giudice Riccardo Palma nel 1978, che ha ricevuto dall'Inps il messaggio: "La sua domanda per il Reddito di cittadinanza è stata accolta".
Etro pubblica sulla sua pagina Facebook le foto degli sms che certificano la richiesta del Reddito di cittadinanza e la sua accettazione da parte dell'Inps con il post: "Qualcuno in futuro dirà: 'Salvini e di Maio hanno fatto anche alcune cose buone'.....e a ragione.....".
In un'intervista al Corriere, l'ex terrorista rosso dice di non sentirsi in imbarazzo: "La mia vita l'ho buttata al vento, facendo però pagare il prezzo ad altri che non c'entravano niente. Perciò, se ci saranno proteste e l'assegno mi verrà ritirato, pazienza, non mi opporrò. Ho sempre considerato le pene che abbiamo avuto, io e tutti gli altri Br, fin troppo miti".
L'ex brigatista precisa: "Il 6 marzo ho fatto domanda alle Poste perché sto affogando, sono un vero povero e devo riconoscere che, dopo aver detto tante cattiverie contro Di Maio e i Cinque Stelle, il Reddito per me è una boccata d'ossigeno".
Etro afferma quindi di non aver mai fatto richiesta del precedente Reddito di inclusione e di essere in una condizione di indigenza: "Non sapevo neppure che esistesse. Così stavolta sono andato a un Caf della Cgil a chiedere informazioni. Il mio Isee è pari a zero, non sono lavoratore dipendente né autonomo, vivo vendendo libri su internet, ho una Ford Fusion del 2004 comprata usata. Mia zia Valeria morì nel 2013 lasciandomi 55mila euro ma pian piano questi soldi sono finiti perché, dopo la separazione nel 2011, vivo da solo in affitto e pago 850 euro al mese, più bollette. Sono anche invalido, operato al cuore nel 2012".
L'ex brigatista aveva il timore che, a causa della sua condanna, non potesse accedere al Reddito di cittadinanza. Ma così non è stato. "Al Caf mi hanno spiegato che solo chi ha avuto negli ultimi dieci anni una pena definitiva per mafia o terrorismo non può averlo - afferma -. Infatti ho parlato anche con il mio ex compagno di cella a Rebibbia dal 2002 al 2006. Nonostante fosse dentro col 416bis per camorra, anche lui ha ricevuto l'sms dall'Inps e ha avuto il Reddito".
Per Etro, l'assegno è una vera boccata d'ossigeno: "Prenderò 780 euro, 280 come contributo per l'affitto, il resto per la spesa. Potrò prelevare 100 euro al mese, di certo andranno via tutti". L'obiettivo è comunque quello di trovare un lavoro: "Magari - esclama -. Sono iscritto a un centro per l'impiego dal 2017, ma fino a oggi non mi è arrivata una chiamata. Accetterei di tutto: fare le pulizie, lavorerei in un call center. Ma forse in Italia oggi il lavoro non c'è".
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