Bollate, il riscatto in carcere per aiutare le donne vittime di violenza
Domenica 14 aprile alla casa circondariale si sono svolti i Mercatini di Primavera a sostegno dell’associazione L’altra metà del cielo di Merano
Ago e filo, tempere e pennelli, strumenti musicali: nel carcere di Bollate il riscatto parte dalla creatività. I detenuti del settimo reparto della casa circondariale hanno deciso di dar vita a una raccolta fondi a sostegno dell’associazione L’altra metà del Cielo di Merano, per aiutare le donne vittime di violenza. Per farlo hanno organizzato domenica 14 aprile dei Mercatini di Primavera, dove sono stati messi in vendita i prodotti realizzati direttamente all’interno del carcere.
“Vorremmo creare un movimento sociale che prenda vita in questo contesto e poi cresca dall’interno del carcere verso l’esterno”, racconta un detenuto di Bollate, ispiratore dei Mercatini di Primavera. “Insieme ad altri compagni abbiamo creato il gruppo ‘Catena in movimento’, vorremmo far capire che qua dentro c’è vita, e grazie a iniziative come queste possiamo donare qualcosa di noi, il nostro tempo, la nostra disciplina”.
Un progetto appoggiato dalla direzione del carcere, come spiega la dottoressa Cosima Buccoliero: “Questa è la seconda edizione della manifestazione. Sono iniziative che fanno bene al carcere, ma anche alla comunità esterna. Abbiamo voluto dar fiducia ai detenuti. È necessario dar loro speranza, la pena non deve essere soltanto detentiva, ma deve permettere alle persone di tornare a far parte della comunità”.
Tra i presenti alla manifestazione c’erano anche le volontarie di ‘L’altra metà del cielo’. “Il ricavato dei Mercatini di Primavera verrà utilizzato per dare immediato supporto economico alle donne che chiedono aiuto al centro”, spiega la presidente Amalia Bonfanti. Tra gli obiettivi dell’associazione, infatti, oltre al supporto psicologico e alle consulenze legali c’è anche la creazione di case rifugio per gestire le situazioni più delicate: “In molti casi le donne scappano di casa con solo la borsetta – racconta Amalia Bonfanti – noi dobbiamo intervenire immediatamente, mettendole al sicuro e dandogli tutto ciò di cui hanno bisogno in un momento così difficile”.
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