DA CHARLOT A "IL GRANDE DITTATORE"

Charlie Chaplin, 130 anni fa nasceva il genio della comicità senza tempo

Da Charlot a "Il grande dittatore", l'attore e regista inglese è stato uno dei cineasti più importanti della storia

E' stato una delle maschere comiche immortali, ma anche un grande attore drammatico. Il 16 aprile del 1889, 130 anni fa, nasceva a Londra Charlie Chaplin, uno dei mostri sacri del cinema di tutti i tempi. Ha fatto ridere generazioni e generazioni con il personaggio di Charlot, il vagabondo dal cuore tenero che lo ha reso un divo del cinema muto, ma tra i suoi capolavori si ricordano anche "Il grande dittatore", "Luci della ribalta" e "Monsieur Verdoux".

E' entrato nella storia con oltre novanta film, tra cui una lunghissima serie di cortometraggi con protagonista il personaggio di Charlot (The Tramp in originale), e con un 11 film. Attore, regista, sceneggiatore, nonché compositore musicale e produttore cinematografico. Chaplin è stato uno dei cineasti più importanti di sempre. Tre premi Oscar (1929, 1972, 1973) e varie onorificenze, come Cavaliere Commendatore dell'Impero Britannico (1975), Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana (1952), Commendatore della Legion d'Onore (1971) e laurea honoris causa in Lettere all'Università di Oxford (1962), rendono solo parzialmente l'idea del suo peso nella storia del cinema.

Chaplin è riuscito a passare indenne il passaggio epocale tra muto e sonoro. Alla prima stagione appartengono capolavori come "Il monello" (con il giovanissimo Jackie Coogan, in età matura lo zio Fester de "La famiglia Addams") , "La febbre dell'oro" e "Luci della città", mentre nella seconda fase rientrano "Il grande dittatore" (in cui si fa beffe di Adolf Hitler in pieno periodo pre-bellico), lo struggente "Luci della ribalta" e "Monsieur Verdoux". L'ultima sua opera, del 1966, è "La contessa di Hong Kong", in cui dirige da regista Marlon Brando e Sophia Loren. 

Apprezzato come artista, l'uomo Chaplin non ha avuto vita facile negli Stati Uniti. Nel mirino dell'opinione pubblica prima per la sua turbolenta vita privata (11 figli avuti da 4 mogli, l'ultima delle quali conosciuta a 17 anni quando lui ne aveva 53), divenne uno dei bersagli preferiti del maccartismo per le sue posizioni progressite. L'accusa di filocomunismo arrivò a costargli l'allontanamento dagli Stati Uniti, con la conseguente scelta di vivere in Svizzera, fino al giorno della sua morte, avvenuta nel giorno di Natale del 1977. La riconciliazione con l'opinione pubblica americana avvenne solo nei primi anni 70, quando tornò negli Usa, nel 1972, per ritirare il suo secondo Oscar.   

PROGRAMMAZIONE SPECIALE SU IRIS - "Iris" celebra l'eccezionale ricorrenza con Chaplin 130, una serata-evento in onda a partire dalle 21:15. La mini-retrospettiva propone due pellicole-capolavoro, entrambe assenti dalla prima serata della tv italiana da oltre 25 anni: "Il monello" e "La febbre dell'oro". L'omaggio a Charlie Chaplin viene introdotto in apertura di serata dal saggista e critico Tatti Sanguineti.